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PITTORI: Maestro di Cuernavaca

Agostino trafitto dall'amore di Dio

Agostino trafitto dall'amore di Dio

 

 

MAESTRO DI CUERNAVACA

1670-1680

Cuernavaca, Cattedrale dell'Assunzione di Maria

 

Agostino trafitto dall'amore di Dio

 

 

 

Questa tela si trova nella cappella del Terz'Ordine francescano nella cattedrale di Cuernavaca, una delle sedi episcopali più antiche del Messico. In origine il complesso venne edificato convento dell'Assunta come quinta fondazione francescana in Messico. Fu fondata nel 1525 dai primi dodici frati francescani che vennero in Messico, con l'aiuto di un nuovo gruppo arrivato dalla Spagna.

Nel 1525, quattro anni dopo la conquista, furono numerosi i gruppi di missionari che arrivarono sulle coste del Messico: i primi 12 frati francescani si stabilirono nella Valle di Morelos dove costruirono la cappella con lo scopo di diffondere la conversione alla fede cristiana dei nativi. Nel 1529 venne approvata la fondazione formale del monastero. Nel 1574 era già stato definitivamente attivo.

La tela raffigura un sant'Agostino in piedi in una stanza spoglia, con un tavolino davanti dove ha deposto la mitra episcopale in segno di umiltà.

Indossa la tunica nera dei monaci agostiniani, ha un crocefisso che gli pende dal collo ed avvolge lami attorno al petto in segno di grande attenzione e contemplazione della visione, che gli appare da una nuvola luminosa.

All'interno della nuvola si vede un cuore trafitto da una freccia, simbolo barocco dell'amore che Agostino aveva per Dio, tanto da esserne vulnerato, così come racconta egli stesso nelle Confessioni.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza. E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi: eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza.

AGOSTINO, Confessioni, 1, 1, 1