Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Gian Leonardo CunaviPITTORI: Gian leonardo Cunavi
Visitazione della Vergine con i santi Nicola di Mira ed Agostino
CUNAVI GIAN LEONARDO
1650-1660
Mesagne, chiesa Matrice
Visitazione della Vergine con i santi Nicola di Mira ed Agostino
Entrando nel transetto, la navata trasversale che costituisce il braccio più corto della chiesa matrice di Mesagne, troviamo la grande tela - alta più di cinque metri e larga più di tre - che rappresenta in basso a sinistra San Nicola vescovo di Mira e in basso a destra un altro vescovo che viene identificato nella figura di sant’Agostino. Tutta la parte superiore della tela è occupata dalla scena raffigurante la visita della Vergine a santa t’Elisabetta. Questa bella tela di metà Seicento viene attribuita a un ignoto pittore meridionale, o, secondo qualche altra interpretazione, di Gian Leonardo Cunavi figlio del più celebre Andrea (1579-1629).
La tela, dipinta ad ad olio, vuole rappresentare il mistero mariano che dà origine al Magnificat. Questa origine viene collegata all'esperienza di due grandi santi vescovi verso i quali è ancora viva la devozione nel Meridione d'Italia. Il dipinto appartiene alla quadreria più antica della chiesa Matrice di Mesagne. Entrata nella casa di Zaccaria, la Vergine salutò Elisabetta - scrive Luca. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo (Lc 1, 41).
La scena traduce visivamente il brano evangelico e, pur nella sua complessità compositiva, non distrae il fedele devoto e l'osservatore attuale dal mistero centrale, efficacemente raffigurato nella centralità delle figure femminili di Maria ed Elisabetta. Gli altri personaggi, soprattutto le figure maschili, sono dei comprimari, accomunati dallo stupore di quanto sta accadendo.
L'età barocca di Mesagne coincide con la costruzione della nuova collegiata. Dedicata a Tutti i Santi, fu edificata tra il 1649 ed il 1660 su progetto dell'architetto e matematico Francesco Capodieci, esponente del clero locale. Geniale architetto, capodieci ha imposto un notevole senso verticale alla facciata della chiesa, impreziosendola con eleganti elementi architettonici e effetti chiaroscurali. Gli interni furono realizzati nel periodo compreso tra il 1766 ed il 1770 e fu l'ingegnere Giuseppe Palmieri a progettarne l'attuale volta in pietra ed il maestoso colonnato. Gli ornati e le rifiniture si devono all'ingegnere napoletano Nicola Carletti che disegnò gli stucchi che vennero eseguiti dai mastri napoletani Pasquale Faiella, Michele Garofano e Saverio Mazzarellai.
L'altare maggiore è stato realizzato tutto in marmo e costituisce uno dei più elaborati altari dell'intero Salento. La sua balaustra come l'intero altare furono realizzati dai mastri marmorari napoletani Pasquale e Pietro Antonio Sebastiani.
I dipinti collocati sugli altari laterali sono in gran parte opere del pittore mesagnese Domenico Pinca. Di particolare rilievo risulta la pala della Madonna del Carmine, opera del pittore napoletano Bonito, collocata, a destra, nel transetto, la navata trasversale che costituisce il braccio più corto della chiesa.