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Battesimo di sant'Agostino
DAMINI PIETRO
1592-1631
Lovere, Galleria Tadini
Battesimo di sant'Agostino
La scena raffigura il battesimo di Agostino ad opera di sant'Ambrogio. La tela è stata dipinta da Pietro Damini (1592-1631) tra il secondo e il terzo decennio del Seicento.
La tela dipinta ad olio ha ragguardevoli dimensioni (283 x 337 cm) ed è attualmente conservata a Lovere nella Galleria Tadini.
La scena immaginata dall'autore riprende una struttura ben consolidata: la scena si svolge all'interno di una chiesa con Agostino che abbassa il capo per ricevere l'acqua da sant'Ambrogio.
Alla scena assistono moltissime persone nobili e popolani, con qualche animale, secondo il gusto dell'epoca.
La scena del battesimo viene ricordata negli scritti di Agostino, in particolare nel IX libro delle Confessioni. Dopo aver rinunciato alla carriera sociale presso la corte imperiale a Milano, Agostino si concesse ancora qualche settimana d'insegnamento di retorica. Giunta l'estate Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.
Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.
Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.
AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14
Pietro Damini nacque a Castelfranco Veneto nel 1592 e morì a Padova nel 1631, probabilmente a causa della peste che infieriva in quegli anni.
Esponente del tardo Rinascimento, fu allievo di Giovanni Battista Novelli e dimostrò ben presto una precoce abilità artistica. Nel corso della sua attività pittorica ha sperimentato vari stili, ora naturalista, ora idealista, ora imitatore del Tiziano. Tra i suoi lavori ricordiamo un Cristo che consegna le chiavi a San Pietro per la chiesa di San Clemente a Padova e una Crocifissione per la basilica di Sant'Antonio.