Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Gregorio Espanol

PITTORI: Gregorio Espanol

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

GREGORIO ESPANOL e JUAN DAVILA

1599-1606

Santiago de Compostela, Monastero di san Martin Pinario

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La figura di Agostino si trova un una formella del Coro ligneo della cattedrale di Santiago de Compostela conservato nella parte alta rialzata della chiesa del monastero di san Martin Pinario. L'opera è attribuita allo scultore Gregorio Espanol o Spagnolo, nato nel 1560 ad Astorga nella provincia di León. Qui deve aver frequentato la bottega di Gaspar Becerra (1520-1570), scultore andaluso che ha lavorato per un certo tempo nella diocesi di Astorga. Gregorio Espanol ha lavorato successivamente nelle regioni di Leon e Galizia, dove è stato uno dei più importanti esponenti del manierismo tra il XVI e il XVII secolo. La sua opera più importante è certamente il nuovo Coro della Cattedrale di Santiago de Compostela.

Si era trasferito in questa città nel 1596, e qui il Consiglio gli commissionò il Coro, alla cui realizzazione ha lavorato con Juan Da Vila tra il 1599 e il 1606. Poco prima, nel 1598, fu chiamato a Monforte de Lemos, per eseguire lavori nel Collegio di Nostra Signora di Antigua.

Nel 1630 lo troviamo attivo a Compostela, dove ha lavorato sull'altare delle reliquie della Cattedrale, in collaborazione con il retablista Bernardo Cabrera. La data della sua morte è sconosciuta, ed è posteriore al 1630, quando di lui si perdono le tracce.

Nella formella in cui ritrae Agostino, che porta alla basa la dicitura S. AGVSTIN, Espanol introduce alcuni elementi tipici della iconografia del santo. E' vestito con gli abiti della dignità episcopale, con la mitra e il bastone pastorale. Il santo ha i capelli tagliati quasi fosse un monaco e dal mento fluisce una lunga barba riccioluta. Il suo sguardo è interamente concentrato su un cuore fiammante che è stato trafitto da una freccia. Lo scultore in questo caso non fa altro che dare forma a uno degli attributi iconografci agostiniani di maggior fortuna soprattutto in epoca barocca.