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PITTORI: De Ferrari Orazio

La Madonna della Cintura con Agostino Monica e un monaco francescano

La Madonna della Cintura con Agostino

Monica e un monaco francescano

 

 

DE FERRARI ORAZIO

1606-1657

Genova, Asta Boetto del 19 marzo 2013

 

La Madonna della Cintura con Agostino Monica e un monaco francescano

 

 

 

La tela a olio di Orazio De Ferrari che raffigura la La Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica alla presenza di un francescano, è stata presentata all'Asta Boetto del 19 marzo 2013 a Genova. Questa tela, inedita e dalle dimensioni di cm 134x168, è attribuita a Orazio De Ferrari, di cui qui si rivela con sufficiente evidenza i caratteri stilistici. Conferma questa attribuzione il confronto con le altre numerose pale a soggetto religioso che il pittore eseguì, lungo tutto il periodo della sua fortunata carriera artistica, per chiese, monasteri, cappelle private e confraternite.

Il soggetto si ripresenta più volte nella storia artistica del pittore, e probabilmente era particolarmente caro ai suoi committenti. In un certo modo ne sono una prova le altre versioni con diverse varianti dell'iconografia della Madonna della Cintura, legata a una devozione iniziata già nel Quattrocento e che a Genova aveva il suo luogo deputato nella cappella della Confraternita dei Cinturati, posta nella chiesa di sant'Agostino. oggi sconsacrata.

Molti dipinti di quella cappella, che si era notevolmente arricchita nella prima metà del Seicento, sono andati dispersi, è probabilmente quella è l'originaria provenienza di una tela di Orazio De Ferrari con La Madonna che dona la cintura a santa Monica di ubicazione ignota. La reiterazione del tema da parte del pittore può essere spiegata dal suo speciale rapporto con la confraternita, che noi conosciamo attraverso i disegni che fornì per la incisione che doveva fungere da occhiello e per l'antiporta del volume "La cintura sacra della Beatissima Vergine" pubblicato nel 1639.

Quest'ultima data fornisce un utile suggerimento per la datazione di questa tela inedita, mentre per quanto riguarda l'originaria destinazione dell'opera la presenza del frate francescano sulla sinistra apre qualche squarcio risolutivo. Il frate non è san Francesco, perché non ha le stigmate, ma la sua presenza riconduce il dipinto a una molto probabile committenza francescana. La cintola, peraltro, era un simbolo anche per i francescani poiché simbolizza i voti di povertà, castità e obbedienza. Orazio De Ferrari fonde così le due iconografie con una composizione ricca di significato per l'osservatore e sapientemente studiata anche nei suoi elementi costruttivi. La Vergine e il Bambino sono posti al centro e costruiscono una sorta di piramide circondata dalla luce; simmetricamente si volgono l'uno a sinistra e l'altra a destra. I volti dei tre santi a loro volta convergono su di loro.

 

 

Orazio De Ferrari

Nato a Voltri nel 1606 divenne allievo del pittore voltrese Giovanni Andrea Ansaldo. Fra le sue prime opere note conosciamo la tela che raffigura il Martirio di san Sebastiano dipinto per la chiesa di Voltri. Fra le opere della sua piena maturità artistica va citata nel 1647 la tela di can Giacomo che consacra san Pietro martire Vescovo di Praga realizzato per l'oratorio di San Giacomo della Marina a Genova. Tra il 1651 ed il 1652 lo troviamo nel Principato di Monaco dove fu chiamato per realizzare una serie di affreschi nel Palazzo Grimaldi. Morì di peste nel settembre del 1657 a Genova.