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PITTORI: Maestro di Dietramszell

Agostino costruisce un monastero e dà la regola ai monaci

Agostino costruisce un monastero e dà la regola ai monaci

 

 

MAESTRO DI DIETRAMSZELL

1670-1690

Dietramszell, Abbazia di santa Maria Assunta

 

Agostino costruisce un monastero e dà la regola ai monaci

 

 

 

Il quadro che presenta la consegna della Regola è una copia, sia pure con qualche riadattamento, di una stampa apparsa nel 1624 a Parigi pubblicata dall'editore Bonenfant sotto il titolo "Magni Patris Avrelii Avgvstini". Il suo autore Adams Schelte da Bolswert era uno dei migliori incisori della scuola di Anversa, il cui cilo agostiniano fu ampiamente copiato e riprodotto nei secoli successivi. La legenda originaria della stampa riporta: Iam presbyter factus Augustinus in horto sibi a Valerio episcopo ad id donato monasterium construit regulamque sodalibus numero valde crescentibus servandam praescribit.

Come nell'originale Agostino è seduto davanti a sei frati inginocchiati che ricevono la Regola. Si legge sulla prima pagina l'incipit Ante omnia fratres charissimi diligatur Deus. Le espressioni dei visi sono raccolte, semplici, attente. La camera è scarsamente arredata: una scrivania con un libro, penna e calamaio, un altare. Da una grande apertura a destra si può vedere il monastero in costruzione con Agostino e alcuni frati che discutono. Vi sono tuttavia lacune piccole differenze: sull'altare compare un quadro con la scena dell'annunciazione che nella stampa di Bolswert non c'è. Il pittore ha modificato anche l'abito dei monaci, che non indossano la tunica degli eremitani, ma l'abito di lavoro dei canonici.

 

L'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani è un elemento diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.

Alcuni studiosi concordano nell'attribuire a S. Agostino solo la Regula ad servos Dei; in epoca successiva questa Regula fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La Consensoria monachorum, invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura visigotica in Galizia e scritta tra il 650 e il 711.

L'Ordo monasterii pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.

Sulla data di stesura della Regula ad servos Dei ci sono diverse opinioni: una prima teoria indica come data probabile il 391, più o meno in coincidenza con la fondazione del primo monastero d'Ippona, il monastero dei laici; una seconda teoria indica il 400 in coincidenza con il De opere monachorum; una terza sposta la data addirittura fino al 427-428, dopo il De correptione et gratia, in coincidenza con la controversia sulla grazia sorta nel monastero di Adrumeto. La maggioranza degli studiosi, però, pensa sia stata scritta intorno al 400.

 

Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 1. Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 2. Così di giorno in giorno s'imponeva e diventava più evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e così anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sì che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.

11. 3. In fatti circa dieci uomini santi e venerabili, continenti e dotti, che io stesso ho conosciuto, il beato Agostino, richiesto, dette a diverse chiese, alcune anche molto importanti.

11. 4. D'altra parte costoro, che dal loro santo modo di vita venivano a chiese di Dio diffuse in vari luoghi, si dettero ad istituire monasteri, e poiché cresceva lo zelo per l'edificazione della parola di Dio, preparavano a ricevere il sacerdozio fratelli, che furono messi a capo di altre chiese.

11. 5. Pertanto progrediva per mezzo di molti e in molti la dottrina di fede, di speranza e di carità insegnata nella chiesa, non solo in tutte le parti d'Africa ma anche nelle regioni d'oltremare: infatti con la pubblicazione di libri, tradotti anche in greco, grazie a quel solo uomo, con l'aiuto di Dio, tutto il complesso della dottrina cristiana venne a conoscenza di molti.

11. 6. Allora - com'è scritto - il peccatore a veder questo s'adirava, digrignava i denti e si struggeva (Sal. 111, 10); invece i tuoi servi - secondo quanto sta scritto - erano in pace con quelli che odiavano la pace e quando parlavano erano combattuti da quelli senza motivo (Sal. 119, 7).

POSSIDIO, Gesta Augustini 11, 1-6