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Agostino e il bambino sulla spiaggia
MAESTRO DI DOLE
1660-1690
Dôle, Museo di Belle Arti
Agostino e il bambino sulla spiaggia
Il quadro raffigura una celebre scena leggendaria presente nella iconografia agostiniana, relativa al desiderio del santo di indagare e conoscere il mistero della Trinità. Agostino, in abiti episcopali e con la mitra in testa, è ritto in piedi e volge lo sguardo verso terra in direzione di un bambino che sta giocando con un cucchiaio in mano.
Agostino, che stava leggendo un libro che tiene aperto con la mano sinistra, si rivolge a lui con un cenno della mano destra quasi lo stesso interrogando. Il Bambino a sua volta volge lo sguardo verso di lui incuriosito e quasi incredulo.
L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.
"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.
Sotto il piviale Agostino indossa la tunica nera dei monaci agostiniani, il che lascia presagire che l'opera sia stata commissionata da qualche monastero dell'Ordine. Il volto del santo è arricchito da una foltissima barba nera riccioluta: l'espressione del viso è pacata e ci presenta un Agostino ormai maturo nell'età.
Fondato nella prima metà del XIX secolo, il Museo di Belle Arti di Dôle è collocato dal 1980 nel padiglione degli ufficiali del castello della città vecchia. Presenta una notevole esposizione dedicata alle Belle Arti e all'archeologia. L'edificio ha la dignità di Museo di Francia e presenta tre sezioni dedicate alla archeologia, all'arte antica e all'arte contemporanea.
Nelle sale sono visibili le documentazioni delle scoperte archeologiche dal Paleolitico al periodo merovingio, le sculture borgognone della Franca Contea e della Borgogna dal Medioevo al XIX secolo, oltre a dipinti italiani, dipinti nordici e opere del movimento della figurazione narrativa.