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![Particolare della glorificazione della Croce con santi fra cui Agostino vescovo di Adam Elsheimer](elsheimer_1.jpg)
Particolare della scena con Agostino vescovo
ELSHEIMER ADAM
1605 ca.
Francoforte, Städelsches Kunstinstitut
La glorificazione della Croce con santi fra cui Agostino vescovo
Adam Elsheimer (Francoforte sul Meno 1578 - Roma 1610), fu un pittore e disegnatore tedesco, attivo per la maggior parte della sua vita a Roma. Nei suoi paesaggi l'artista introduce delle costanti che diventeranno patrimonio di molta pittura paesaggistica successiva: lo stretto rapporto della figura umana con il paesaggio, l'uso delle chiome degli alberi tondeggianti che si riflettono nelle forme delle nubi, il ruolo dell’acqua con i suoi riflessi e l’uso della luce come elemento unificante e dal valore psicologico preciso. Figlio di un sarto compie la sua prima formazione artistica tra il 1593 e il 1598 nella bottega di Philip Uffenbach a Francoforte. In questo periodo risente anche dell'influsso della pittura di Gillis van Coninxloo e Lucas van Valckenborch.
Lasciata Francoforte arrivò, via Monaco di Baviera, a Venezia, dove lavorò con Hans Rottenhammer, assimilando da lui il gusto per i dipinti su rame, che mettevano in risalto i valori di trasparenza e levigatezza del colore trattato come uno smalto. Bellissimo è il quadretto con la Sacra Famiglia e angeli del 1599, ora conservato a Berlino, che rivela nella gamma cromatica accesa e a tre colori (azzurro-giallo-rosso) l'influsso delle opere dei veneti Tiziano, Tintoretto e Paolo Veronese. Nel 1600 si stabilì a Roma, si converte al cattolicesimo nel 1606 e vi resta fino alla morte. Al periodo risale l'Educazione di Bacco, (oggi a Francoforte), un paesaggio con figure mitologiche, ancora legato alla concezione manierista del paesaggio olandese, derivata da Paul Brill. Si avvicina ai contrasti di luce delle opere del Caravaggio e ai paesaggi di ispirazione classica di Annibale Carracci e del Domenichino.
La sua pittura si indirizza a composizioni di ampiezza monumentale, come nel paesaggio con l' Aurora: del 1609 è il paesaggio notturno con la Fuga in Egitto (Alte Pinakothek di Monaco). In Germania furono suoi seguaci: Johann König e Thomas von Hagelstein, mentre a Roma fece parte della sua cerchia Rubens. Rembrandt conobbe la sua opera attraverso Hendrik Goudt e il suo maestro Pieter Lastman. Per quanto riguarda la pittura di paesaggio fu lui a preparare la strada sia di Claude Lorrain sia dei paesaggisti venuti dall'Olanda, tra cui Cornelis van Poelenburgh, Bartholomeus Breenbergh, Jan e Jacob Pynas.
Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.
«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.
AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3
PSEUDO AGOSTINO, Planctus Mariae edito a Parigi 1842
Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."