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PITTORI: Anonimo italiano

Agostino e la scena del Tolle lege nel giardino di Milano

Agostino e il Tolle lege

 

 

ANONIMO ITALIANO

XVII secolo

Madrid, Monastero de l'Encarnacion

 

Tolle lege

 

 

 

 

Piuttosto che la consueta scena di Agostino seduto nel giardino sotto un albero di fico, in questa occasione l'autore ci presenta un un giovane il cui sguardo ci interroga nella sua meraviglia di avere scoperto qualcosa di grande dopo aver letto un passo del Vangelo seguendo l'invito del Tolle lege, tolle lege.

Questa scritta appare in effetti sul foglietto che il giovane riccioluto Agostino tiene fra le mani mentre un lungo pensiero pare defluire dai suoi grandi occhi che ci interrogano.

L'impostazione della tela richiama una analoga composizione che si conserva a Cartoceto nel Convento di S. Maria di scuola italiana del primo Cinquecento.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29