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PITTORI: Domenico Fetti

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

DOMENICO FETTI

1615-1620

Niort, Museo Bernard d'Agesci

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'opera ci presenta un sant'Agostino a mezzo busto, dall'espressione intima e riservata, colto all'improvviso nella sua attività. Indossa i paramenti episcopali ed in testa il pittore non gli ha messo la mitra, ma, a capo scoperto, l'aureola dei santi. Il suo volto esprime una forte maturità, una decisa consapevolezza del proprio ruolo di pastore. I capelli sono arricciati e completamente neri, in contrasto con la folta barba che ha tonalità più chiare e grigiastre.

l'opera è conservata nel museo Bernard d'Agesci, che è nato da un'ambiziosa politica culturale. Installato nell'ex liceo delle giovani ragazze Jean Macé in avenue de Limoges a Niort, situato nel cuore della città, il Museo ospita tre collezioni: Belle Arti, Storia naturale e un Conservatorio educativo. Vi si conservano gli strumenti musicali realizzati da Auguste Tolbecque, un grande liutaio di Niort; la magnifica collezione di maioliche del Parthenay, o ancora un sorprendente soffitto di terracotta, prodotto da Prosper Jouneau per la fiera mondiale del 1889. Questo vasto museo presenta collezioni interessanti e varie.

 

 

Domenico Fetti

Conosciuto anche come Feti, Domenico nacque a Roma nel 1589. Ancora giovanissimo dipinse una pala d'altare per la chiesa di san Lorenzo. Allievo di Lodovico Cigoli, nel 1614, su richiesta del duca e cardinale Ferdinando, si trasferì a Mantova come pittore di corte dei Gonzaga. A Mantova si trovano le sue opere principali, tele ad olio e affreschi e per questo è noto come il "Mantovano". Nella sua bottega lavoravano sia il padre Pietro che la sorella Lucrina, suora nel convento delle Orsoline e pittrice. Eseguì molti lavori per le chiese della città, tra cui ricordiamo soprattutto l'Apoteosi della Redenzione (volta dell'abside della Cattedrale di San Pietro) e i dipinti per la chiesa di Sant'Orsola (i Martiri, Viani che offre a Margherita Gonzaga la chiesa di Sant'Orsola e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci). Fetti nella ruvidezza del tratto segue la via tracciata da Caravaggio e Rubens. Uno dei migliori esempi caravaggeschi degli effetti della luce, del chiaroscuro, delle fonti di luce artificiale nelle opere di Feti è la "Parabola della Dracma", che si trova a Palazzo Pitti a Firenze. A Mantova divenne celebre per la serie di alto livello delle parabole evangeliche, tra le quali si annovera quella dei Ciechi, del Buon Samaritano, e del Figliol Prodigo, dove il suo stile diventa più intimo. La sua pennellata è pastosa e grassa, il colorito è piuttosto ricco, con forti contrasti luminosi. I suoi affreschi sono certamente inferiori ai suoi dipinti ad olio. L'affresco non gli ha permesso di dare libero sfogo ai suoi gusti di colorista. Nel 1622 si trasferì a Venezia dove vi morì dopo breve malattia l'anno seguente. Nel suo breve periodo veneziano abbandonò la pittura monumentale per dedicarsi ad episodi di vita popolare.