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PITTORI: Fidani Orazio

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa allo scrittoio

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa allo scrittoio

 

 

ORAZIO FIDANI

1650

Firenze, Certosa di Firenze, Pinacoteca

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa allo scrittoio

 

 

 

All'ultimo periodo della sua attività artistica risale questo quadro che raffigura sant'Agostino, quando Fidani fu impegnato soprattutto per la Certosa di Firenze o del Galluzzo. Questa impresa fu certamente la sua opera più complessa, dato che per i monaci eseguì numerose pitture per la chiesa del monastero. Innanzitutto realizzò otto grandi tele collocate al di sopra degli stalli del coro: due con gli evangelisti san Matteo e san Giovanni, quattro con i Dottori della Chiesa; un quadro ottagono con l'Esaltazione di san Bruno e un altro pure ottagono con l'Elemosina di san Lorenzo. Tutte queste tele furono portate a termine tra la fine del 1649 e l'estate del 1650.

A questo gruppo di opere si aggiungono altri quattro quadri più piccoli con i quattro santi penitenti Giovanni Battista, Gerolamo, Antonio abate e Benedetto realizzati nel 1653.

Nella stessa chiesa Fidani nel 1653 iniziò la decorazione della volta eseguendo l'Esaltazione dei simboli della Passione di Cristo, nelle vele della campata centrale e successivamente nel 1655 la Gloria dei cori angelici, nella prima campata. Nel quadro che raffigura Agostino è notevole la centralità che egli riconosce alla verosimiglianza, che desta meraviglia nello spettatore. Inoltre la morbidezza e l'espressività del modellato esprimono una forte capacità comunicativa che rende particolarmente apprezzabile la sua opera.

Agostino qui è presentato nel suo studio intento a scrivere su un grosso e grande libro aperto appoggiato su un tavolo ingentilito da una tovaglia in velluto. Il santo indossa il piviale episcopale, mentre ha deposto la mitra sul tavolo. Il pastorale è retto invece da un bambino alle sue spalle. Altri libri sono accatastati più lontano sul tavolo. Lo sfondo scuro dona maggior risalto alla figura centrale di Agostino illuminata da uno squarcio di cielo azzurro che entra da uno spazio vuoto. Il santo è calvo, con una lunga barba grigiastra incolta, tutto intento nella sua attività di scrittore. Il volto è pensieroso e allo stesso tempo intensamente concentrato sul suo lavoro.

 

La Certosa di Firenze è un monastero, già dell'Ordine certosino, che si erge sul Monte Acuto, alla confluenza dell'Ema con la Greve in zona Galluzzo. Fu edificata a partire dal 1341 da Niccolò Acciaiuoli, Gran Siniscalco del Regno di Napoli e membro di una delle più illustri casate fiorentine. Nel 1365, anno della sua morte, il complesso era ormai quasi completato. La Certosa venne poi ampliata e arricchita nel corso dei secoli. Il nome e la struttura architettonica derivano dalla Grande Chartreuse, la prima casa dell'ordine dei certosini costruita nel 1084 da san Bruno sul Massiccio della Chartreuse, vicino a Grenoble. Come tutte le altre certose è costruita lontano dalla città, in un luogo in origine solitario e silenzioso.

 

 

Fidani Orazio

Orazio Fidani nacque a Firenze nel 1606 da Matteo di Domenico e da Bernardina di Filippo Amadori. Fu tra i protagonisti del naturalismo fiorentino con Giovanni Bilivert di cui fu allievo e collaboratore. Operò in varie chiese del contado toscano e alla fine della sua breve vita, si stabilì presso la Certosa del Galluzzo, dove eseguì un gran numero di dipinti.

Nel 1630 Fidani realizzò per la chiesa di S. Maria a Pulicciano, presso Ronta in Mugello, la sua prima opera oggi nota, un'Annunciazione che riprende un affresco trecentesco della SS. Annunziata di Firenze. Del 1635 è un Battesimo di Cristo nella parrocchiale di Celle presso Pistoia. Tra le opere di tema sacro, dopo le importanti tele del 1645, va innanzitutto ricordato il Martirio di sant'Erasmo, firmato e datato 1646, e il quadro con i santi Michele Arcangelo, Giacomo, Stefano e Domenico, che eseguì nel 1647 per la chiesa di S. Stefano a Montefioralle. Fidani morì a Firenze nel 1656 e fu sepolto nella chiesa dei SS. Apostoli.