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PITTORI: Filippo e Pietro da Firenze

Santa Monica

Santa Monica

 

 

FILIPPO E PIETRO DA FIRENZE

1605-1628

Tolentino, Basilica di San Nicola

 

Santa Monica

 

 

 

Il soffitto a cassettoni della Basilica di san Nicola a Tolentino è un'opera del tardo rinascimento marchigiano, unica nel territorio per dimensione e preziosità. Venne realizzato tra il 1605 ed il 1628, ad opera di due artigiani fiorentini, indicati come Filippo e il figlio Pietro. Purtroppo si conosce pochissimo della loro vita. Sappiamo tuttavia che l'incarico venne affidato loro dall'agostiniano, Giambattista Visconti che fu vescovo di Teramo dal 1609. Per portare a termine l'opera impegnò una somma piuttosto importante, pari a 40.000 scudi romani.

Il Visconti si con questo soffitto intendeva coprire le capriate lignee, creando una superficie piana dove rappresentare la gloria di Cristo risorto tra i Santi. L'intervento modificò definitivamente l'aspetto della Basilica rendendola sontuosa, grazie alla grande profusione di oro lavorato a foglia, nelle sue varie gradazioni dal giallo fino a quasi al rosso.

Lo sfondo bianco genera una bicromia particolarmente luminosa, calda ed avvolgente. Oltre all'oro ed al bianco, è stato utilizzato l'argento, per i volti e per le mani dei santi. Il soffitto a cassettoni ha il perimetro delimitato da un rielaborata cornice con all'interno tre fasce longitudinali, interrotte da sei fasce trasversali. Si vengono pertanto a creare ventuno riquadri disposti su tre colonne e sette file. Le fasce dei riquadri sono decorate con ricche volute a motivi vegetali e sono interrotte da stelle, gigli e biscioni, ripetuti in gran numero. Il sole o la stella ed il giglio sono gli attributi iconografici di san Nicola, mentre il serpente coronato che divora un bambino è lo stemma araldico della famiglia dei Visconti, a cui apparteneva il committente. La colonna di mezzo nel primo cassettone centrale sopra l'ingresso conserva lo stemma araldico della famiglia, mentre ai lati della cassettone centrale si sviluppa lo stemma vescovile di Giambattista Visconti. Fra le raffigurazioni centrali, procedendo verso il presbiterio, in ordine si trovano sant'Agostino, l'Assunta, Cristo Risorto, san Nicola, san Berardo e san Giorgio.

L'opera si compone di ventuno riquadri disposti su tre colonne e sette file. Il legno intarsiato è trattato a foglia oro e argento. La tecnica consisteva nell'applicare una preparazione di base detta bolo, sulla quale venivano attaccati a guazzo con la colla di coniglio, sottilissimi fogli di oro o di argento, fissati e lavorati con la pietra d'agata, per essere infine bruniti, cioè lucidati. A seconda della tonalità del bolo, che variava dal giallo al rosso, si ottenevano diverse tonalità finali dell'oro, mentre il bolo nero veniva usato come fondo per l'argento.

Nel soffitto oltre a Gesù e a Maria Assunta sono raffigurati altre sedici figure di beati e di santi, scelti perché appartenenti alla famiglia agostiniana, o perché legati alla devozione del committente. In totale ci sono dodici figure maschili e quattro femminili. Quelle femminili sono disposte simmetricamente nella scacchiera nelle due colonne laterali, sia rispetto all'asse longitudinale che a quello trasversale e quindi risultano tutte alla stessa distanza dal Cristo che si trova nella posizione centrale. Le due sante raffigurate nella fila più prossima all'ingresso della Basilica, sono a sinistra la Beata Cristina da Spoleto, a destra Santa Chiara da Montefalco; le sante nella fila in prossimità del presbiterio sono a sinistra Santa Monica e a destra Santa Rita. È umanissima la rappresentazione di Santa Monica (Tagaste 331 - Ostia 387): la madre di Sant'Agostino ha il volto di una persona anziana, scavato dalle lacrime versate per ottenere la conversione del figlio. La sua veste è raccolta dalla lunga cintura in pelle che la tradizione vuole esserle stata donata dalla Vergine e divenuto poi uno dei elementi caratterizzanti gli appartenenti all'Ordine Agostiniano. La testa è coperta da un mantello che scende fino ad oltre le ginocchia; nella mano destra tiene un libro aperto con l'iscrizione "MONICA TUIS LACRYMIS" e nell'altra una croce. La Santa è nota per aver vissuto con tenacia ed amore la vita familiare ed è perciò considerata patrona delle spose e delle madri.