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PITTORI: Maestro ligure

Madonna della Cintura con Agostino e Chiara da Montefalco

Madonna della Cintura con Agostino e Chiara da Montefalco

 

 

MAESTRO LIGURE

1650-1670

Finale Ligure, basilica di S. Giovanni Battista, Sacrestia

 

Madonna della Cintura con Agostino e Chiara da Montefalco

 

 

 

L'opera che ritrae la Vergine con in braccio il Bambino mentre stanno donando la sacra cintura ai santi Agostino e Chiara da Montefalco, è conservata nella sacrestia della Basilica di san Giovanni Battista a Finalmarina nel Comune di Finale Ligure.

La presenza della tela, che esprime una tipica devozione agostiniana, va probabilmente collegata alla esistenza della cappella della Madonna della Cintura nella Basilica, che dal 1822 diede ospitalità alla Confraternita di Nostra Signora della Cintura, che vi trovò rifugio dopo che in età napoleonica nel 1798 fu soppressa la chiesa di san Carlo retta dai frati agostiniani.

L'impostazione scenografica ricalca i modelli barocchi, dove al centro rifulge in primo piano la Vergine con in braccio il Bambino, mentre viene incoronata da due angioletti che svolazzano sopra la sua testa. Il Bambino offre la sacra cintura, simbolo di fedeltà, ad Agostino, ritratto in piedi a figura intera che coglie con la mano sinistra alzata la lunga cintura che gli viene presentata. Il santo indossa i suoi paramenti episcopali con la mitra in testa, mentre il lungo bastone pastorale viene retto da un angioletto ai suoi piedi con la mano destra. Con la mano sinistra invece impugna una bilancia con dei pesi in equilibrio. Sotto il piviale si nota efficacemente la presenza della tunica nera propria dei monaci agostiniani, che sta a sottolineare la ferma convinzione dei monaci agostiniani che il santo fosse il fondatore del loro Ordine.

A destra, ritta in piedi, troviamo santa Chiara da Montefalco, monaca agostiniana che accoglie con la mano destra la cintura che le viene offerta dalla Vergine. La sanata, in abiti monacali agostiniani, porta sul petto un cuore, simbolo del suo amore ardente per Cristo, tanto da portarne all'interno il segno della croce. Con la mano sinistra regge un bel giglio. In un cielo plumbeo che si apre improvvisamente con uno squarcio di luce, il pittore ha posto a corollario architettonico la presenza di una grandiosa colonna di stile classico.

 

Distante circa 25 km da Finale Ligure, la presenza dei frati eremitani di agostiniani è storicamente ben accertata a Savona nel 1343 in Santo Stefano, subito fuori le mura cittadine.

Verzellino nella sua opera "Delle memorie particolari e specialmente degli uomini illustri della città di Savona, vol. I" asserisce che il loro arrivo a Savona fu voluto da Paolo Gherardo de' Vasconi da Serina Alta, agostiniano eletto l'anno precedente vescovo di Savona. Costui aiutò gli Agostiniani con sovvenzioni ed elemosine, favorite dalle numerose indulgenze e morì nel 1355, ordinando di essere sepolto proprio nella loro chiesa.

Secondo Verzellino gli Agostiniani, prima di stabilirsi a Savona, erano già presenti da tempo nel savonese, poiché avevano il loro eremo a San Bartolomeo del Bosco, località a circa 12 km da Savona, senza avere tuttavia la diretta cura pastorale del popolo.

Attorno al 1370 avrebbero costruito il loro convento "intra moenia" dentro la porta della Quarda. All'epoca il terreno non era urbanizzato e si trovava presso la parrocchia di Sant'Andrea: "Presero dunque nell'anno 1370 un luogo dentro le mura della città, presso la stessa porta della Quarda, fondandovi la loro chiesa e monastero con due chiostri assai comodi, non ostante l'opposizione de' religiosi de' conventi e parrocchia che v'erano prima."

Dalla documentazione in Archivio di Stato di Savona si verifica che già dal 1346 si parlava di "Porta Sancti Agustini, olim vocata portam Coharde". Tale denominazione si ripete nel 1349 "extra portam de Sancto Augustino" e nel 1355 "super ipsum murum eundo a porta Sancti Augustini usque ad portam Speroni".

Verzellino scrive che alcuni cittadini privati contribuirono all'ampliamento del convento: nel 1403 Niccolò Grillo vi fabbricò il dormitorio; nel 1467 Gasparo Gavotti vi edificò il refettorio e i suoi discendenti il coro. Nel 1484 la comunità assegnò in dote per la cappella dell'Arcangelo Gabriele i boschi di San Bartolomeo che i frati avevano in affitto. Lucchino Arconati, nuovo priore dopo Paolino, continuò l'opera del suo predecessore a tal punto che la Congregazione tenne il suo XVII Capitolo Generale proprio a Savona. Tra le personalità che dimorarono nel convento si ricorda fra Giovanni Bono, savonese, allievo di tipografi tedeschi, che impiantò per la prima volta a Savona una tipografia.

Nel 1487 gli Agostiniani ampliarono la loro presenza in città, al di là del Letimbro, fondando la chiesa di Santa Maria della Consolazione, l'attuale Santa Rita, ora in dotazione agli ortodossi.

Verzellino annota che nel 1487 il beato fra Battista del Poggio, genovese, fondatore della Congregazione della Consolazione, una filiazione degli Eremitani di Sant'Agostino, presenti alla porta della Quarda, e il savonese fra Pio Bartolomeo Fiorito, avvalendosi di una bolla del cardinale Legato Giuliano della Rovere del settembre 1486, acquistarono un terreno vicino al ponte delle Pille sulla riva destra del Letimbro, non lontano dalla foce, e in meno di otto anni edificarono un monastero e una chiesa dedicata alla Natività della Santissima Vergine.

Nel 1576 Gerolamo Ferragatta, vescovo agostiniano ausiliare di Milano, consacrò la chiesa del convento della Quarda. Per la munificenza di Giovanni Nasello, nel 1513, la chiesa di Nostra Signora della Consolazione fu dotata di un coro di legno e tra Cinquecento e Settecento subì varie trasformazioni grazie al contributo della stessa famiglia Naselli. La chiesa fu ricostruita nel 1725 sopraelevando di quasi tre metri il pavimento, per porre rimedio alle infiltrazioni idriche dal vicino Letimbro, divenendo luogo di culto per la famiglia Doria. Nel 1578 venne sepolto Marcantonio del Carretto Doria, figlio adottivo di Andrea Doria. Nel 1579 nella stessa chiesa venne fondata dagli Agostiniani la Compagnia di Nostra Signora della Cintura, che si associò con la Congregazione della Consolazione.

All'inizio dell'Ottocento, in seguito alle leggi napoleoniche di soppressione degli istituti monastici, il convento di sant'Agostino alla Quarda fu chiuso e divenne sede del carcere giudiziario.