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PITTORI: Galliardi Antonio

Agostino Dottore della Chiesa, in un dipinto dei fratelli Bella a Finalmarina, Basilica di san Giovanni Battista

Agostino cardioforo

 

 

GALLIARDI ANTONIO

1685-1688

Garsten, Abbazia benedettina, Cappella Losenstein

 

Agostino cardioforo

 

 

 

L'affresco è opera del pittore italiano Antonio Galliardi, che dipinse questo sant'Agostino per la Cappella Losenstein, a Garsten per la locale Abbazia benedettina, nell'Alta Austria.

Il dipinto fu realizzato fra il 1685 e il 1688.

Nell'abbazia si trovano le spoglie di S. Bertoldo che fu il primo abate ad ispirarsi alla riforma monastica cluniacense in Austria. Grazie a lui l'abbazia di Garsten in Stiria, fu una delle poche comunità benedettine dell'Impero, che conobbe i benefici della riforma di Cluny, voluta da Brunone nel 910. Berthold nacque in Austria in una nobile famiglia verso il 1060 e, giovanissimo, entrò nel monastero benedettino di S. Biagio di Golwin nella Foresta Nera, dove in seguito fu eletto bibliotecario e priore. Verso il 1105 fu chiamato dall'abate Hartmann a Göttweig nella diocesi di Passau, per sostituire il priore Wirnt, che era stato inviato con alcuni monaci nel monastero di Garsten in Stiria che era stato fondato da Ottocaro, marchese della regione. Nel 1111 Wirnt fu mandato a dirigere un monastero in Baviera e Berthold gli successe come abate nella guida di Garsten.

 

Nell'affresco barocco, l'autore ci presenta Agostino vestito da vescovo, con in mano un libro e un cuore fiammante. Quest'ultimo è un attributo iconografico che lo qualifica facilmente ed è stato particolarmente apprezzato nell'Austra barocca.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3