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PITTORI: Maestro di Gent

Un monaco accolto dai santi Lorenzo ed Agostino

Un monaco accolto dai santi Lorenzo ed Agostino

 

 

MAESTRO DI GENT

1630-1680

Gand, Bijlokemuseum

 

Un monaco accolto dai santi Lorenzo ed Agostino cardioforo

 

 

 

Questa vetrata di forma è conservata nel Bijlokemuseum di Gent. L'opera realizzata da un abile maestro vetraio seicentesco utilizza come materiali oltre al vetro il piombo. Le figure sono state colorate, così come l'ambiente circostante dove si svolge la scena che vede protagonisti un monaco inginocchiato davanti ai santi patroni Lorenzo, primo martire, e Agostino.

La vetrata è di piccole dimensioni e misura solo 22 cm di diametro. Le figure dei due patroni Lorenzo ed Agostino sono una alle spalle e l'altra davanti al monaco in preghiera. Il monaco ha tutto l'aspetto di un pio devoto, quasi che stia invocando, durante le preghiere notturne, l'aiuto dei due santi. La camera da letto è molto spaziosa, con un grande letto a baldacchino e luminose vetrate sullo sfondo in stile gotico.

Agostino è ritto in piedi a destra con la mitra in testa, vestito da vescovo e con le mani intente a reggere il bastone pastorale e un cuore fiammante. Il volto del santo esprime quasi meraviglia per quanto accade. Di fronte a lui san Lorenzo ha un aspetto ben più giovanile e quasi sbarazzino, sia nella posa che nell'espressione del volto. Con la mano sinistra regge un bel libro chiuso. Lorenzo nacque a Huesca nel 225 e fu uno dei sette diaconi di Roma. Nella città eterna venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano nel 257. Dal IV secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma. Costantino I fu il primo ad edificare un piccolo oratorio nel luogo del suo martirio, la cui costruzione fu ampliata e abbellita da Pelagio II (579-590). Il martirio di Lorenzo fu testimoniato in particolare con grande eloquenza da Ambrogio nel De Officiis Ministrorum. L'episodio venne successivamente trattato anche da Prudenzio e da Agostino d'Ippona: dopo di loro fu ricordato da Massimo di Torino, Pier Crisologo, papa Leone I, e infine da alcune formule liturgiche contenute nei Sacramentali romani, nel Missale Gothicum e nell'Ormionale Visigotico.

 

 

La Chiesa di Roma affida al nostro ricordo questo giorno, giorno trionfale per il beato Lorenzo; in esso egli tenne sotto i piedi il mondo rumoreggiante minacce e lo disprezzò quando voleva sedurre e, nell'uno e nell'altro caso, riportò vittoria sul diavolo che provocava la persecuzione. Roma intera è infatti testimone di come sia gloriosa, quanto ricca di virtù simili a fiori, i più diversi, la corona del martire Lorenzo intessuta di tanti pregi. In quella Chiesa, poi, come di solito sentite dire, esercitava l'ufficio di Diacono. Ivi fu ministro del sacro sangue di Cristo: ivi, per il nome di Cristo, versò il proprio.

Agostino, DISCORSO 304 NELLA SOLENNITÀ DEL MARTIRE LORENZO 1, 1