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Agostino, Monica e la Madonna della Cintura
GORTANUTTI OSVALDO
1660-1690
Vodo di Cadore, chiesa di S. Giovanni Battista
Agostino, Monica e la Madonna della Cintura
La tela in oggetto si trova a Vinigo di Cadore, una frazione di Vodo di Cadore nella chiesa titolata a S. Giovanni Battista. Le origini di questo edificio sono descritti nel volume di Andrea Gallo ''San Giovanni Battista di Vinigo e i suoi Fioli de Jesia'' pubblicato nel 1993. Vi si trova scritto che "... sotto la data del 25 giugno 1493 troviamo l'atto di nascita della nuova chiesa. Nel giorno successivo alla festa padronale, tutto il paese è riunito alla presenza dell'arcidiacono Vendramin Soldano per rinnovare i propri impegni. Compiuta la registrazione, si decide di raccogliere tutte le somme dovute alla costruzione della chiesa ... La costruzione va avanti a intermittenza, mano a mano che vengono reperiti i fondi per la costruzione. I periodi invernali impongono lunghe interruzioni. Con i dipinti delle pareti interne nel 1506 è finita la prima parte della chiesa dopo oltre 200 anni verrà ampliata esattamente nel 1708. L'ampliamento terminò nel 1736."
L'attuale chiesa presenta un altare principale o ''Privilegiato'', con due altari ai lati e altri due di piccole dimensioni. L'altare maggiore ha una pala attribuita a Francesco Vecellio (fratello di Tiziano Vecellio). Un'altra tela raffigura la Madonna con Bambino tra i Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista. L'altare di sinistra conserva un'opera di Tommaso Vecellio (1587-1629 parente di Tiziano Vecellio) che raffigura una Madonna con Bambino tra i santi Margherita e Antonio Abate. E' all'altare di destra che si può osservare una pala della ''Madonna della Cintura'' che alla base racchiude una incisione acquerellata della Beata Vergine della Cintura: il dipinto viene attribuito a Osvaldo Gortanuto. La scena, piuttosto articolata, vede in alto la Madonna della Cintura con in braccio il Bambin Gesù che offrono la cintura a Monica (con l'abito nero monacale), Agostino (a sinistra in abiti vescovili) e san Giovanni il Battista (titolare della chiesa), mentre altri personaggi assistono alla scena.
La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.
Gortanutti Osvaldo
Nativo di Piano d'Arta in Carnia, Gortanutti nel 1646 eseguì un gonfalone per la chiesa del proprio paese. Verso il 1670 prese dimora a Roveredo in Piano nel pordenonese, come attestano due lettere che inviò ai conti Camucio. Pur non essendo noti i motivi della sua residenza a Roveredo in Piano, è probabile che lavorasse soprattutto nell'area pedemontana pordenonese, dove peraltro era attivo almeno dal 1653. Tra le opere di maggior impegno ricordiamoo l'intaglio e la doratura dell'altare maggiore di Andreis (1663), la Madonna del Rosario di Giais di Aviano (1674), la Pala di San Valentino per la parrocchiale di Rivolto (1676) e una pala per l'altare maggiore di Lestans (1681-1684). Attorno al 1680 si trasferì a Lestans e realizzò due tele per la chiesa di Fossalta di Portogruaro (Ultima Cena e Adorazione dei Magi) e altre opere di minor conto (1688-1691).
E' nota infine una Madonna del Rosario per la chiesa di Teglio Veneto, che firmò osvaldvs gortanvtvs e che segna plausibilmente l'ultima sua opera. Pittore di modesta levatura, Gortanutti soddisfece i gusti di una committenza soprattutto ecclesiastica. La sua pittura riprende tardivamente e in modo semplificato lo stile tardo manierista di Amalteo, dei Bassano e di Palma il Giovane.