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PITTORI: Giovanni Battista de Advocatis

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

DE ADVOCATIS GIOVANNI BATTISTA

1610

Leggiuno, chiesa di santa Caterina del Sasso

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il dipinto che raffigura sant'Agostino vescovo si trova sulla volta del presbiterio all'interno della chiesa di santa Caterina del Sasso a Leggiuno. Il santo che è stato raffigurato in una cornice barocca è vestito da vescovo con in testa la mitra e nella mano destra il bastone pastorale. Con la mano sinistra mostra un foglio scritto.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

Alla chiesa si accede passando da un portico formato da quattro archi a tutto sesto, d'impronta rinascimentale. L'edificio moderno ha una struttura originale dovuta alla fusione di tre cappelle, originariamente distinte e costruite in epoche differenti. Numerosi sono i cicli pittorici presenti all'esterno e internamente alla chiesa, che coprono un periodo che va dal Trecento all'Ottocento.

Entrando nell'eremo si incontra subito il Convento meridionale trecentesco con interessanti affreschi nella sala del camino. Subito dopo si scopre il cosiddetto Conventino che risale al Duecento ed è riccamente decorato. Nella parete del sottoportico si trova un ulteriore importante ciclo di affreschi del Cinquecento, che raffigurano santa Lucia, santa Maddalena e santa Caterina, così come diversi santi, tra cui si riconoscono Pietro da Verona e Nicola da Bari. All'interno della chiesa un Cristo benedicente in mandorla è affiancato dai quattro simboli degli Evangelisti (Giovanni, Matteo, Luca e Marco) e che domina dall'alto l'altare della chiesa, mentre le due vele ai lati sono occupate dai Dottori della Chiesa in trono. Nei tre sottarchi sono invece dipinti il Re Davide con la cetra e il cartiglio, sul lato a monte, un angelo che sveglia Elia, sul lato interno, e Melchisedech sul trono, sul lato verso il lago. Il presbiterio è, invece, di puro stile barocco (1610-1612) con affreschi di De Advocatis, tra cui spiccano un "Matrimonio mistico" di S. Caterina. Altri documenti figurativi dell'Eremo sono rappresentati dalla Deposizione presente nella Sala capitolare. La cromia vivace e l'energia del dipinto, apprezzabile soprattutto nel gruppo degli armigeri, descrittiva delle armature, lo situano probabilmente attorno alla metà del Trecento.

Il sacello è il cuore ed il primo nucleo del Santuario, la cui edificazione risale al 1195. Fu costruito su un livello più basso rispetto alle altre parti della chiesa, con le stesse dimensioni del sepolcro di Santa Caterina sul Sinai. Sulla parete esterna sopra la finestra è affrescato il trasporto del corpo di Santa Caterina sul monte Sinai da parte degli angeli; sulla facciata sono affrescate le nozze della Santa, fra S. Ambrogio, S. Gregorio Magno e S. Agostino XVI sec. All'interno del sacello si conservano, dal 1535, le reliquie del Beato Alberto Besozzi, e sulla volta sono affrescati una raggiera con lo Spirito Santo, sotto forma di colomba e circondato da angeli. Nel sottarco, un affresco del 1892 raffigura il Beato Alberto in preghiera.