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Agostino vescovo regge una chiesa
ARTISTA INDIO
1650-1700
Città del Messico, Colección de Daniel Liebsohn
Agostino vescovo regge una chiesa
Il quadro è l'espressione di un mosaico messicano di piume che raffigura sant'Agostino. L'opera è stata presentata alla mostra "Relatos Artísticos de la Conquista" al Museo Franz Mayer, su prestito della Colección de Daniel Liebsohn.
Nel cuore di Città del Messico si trova il centro commerciale “Plaza del Ángel”, uno dei centri di antiquariato più importanti dell'America Latina. All'interno del centro si trova la Galleria Daniel Liebsohn fondata nel 1988. Nello spazio sono esposti antiquariato ed eccentricità, arti applicate dell'arte messicana, europea e orientale, dal XV secolo al XX secolo. Vi sono esempi della scuola olandese seicentesca e di quella settecentesca francese, che convivono con opere di pittori neospagnoli, come Michael Cabrera, Christobal de Villalpando, Joseph de Miranda, per citare alcuni dei principali maestri del periodo.
Mosaici di piume come questo furono realizzati da artisti indigeni aztechi, purepecha, ed altri per gli spagnoli, come continuazione di una forma d'arte preispanica che venne utilizzata su indumenti, tessuti, tute da guerra, scudi, elmi.
Questo sant'Agostino è databile al XVII secolo ed è stato realizzato con piume di colibrì e altre piume su carta su un supporto in lamiera di rame. Le sue dimensioni sono 42 x 30 cm circa e all'interno di una cornice a decorazioni floreali è stata realizzata l'immagine di Agostino a figura intera ritto in piedi.
Il santo impugna con la mano destra una penna, mentre con la sinistra regge un libro chiuso su cui è appoggiato l'edificio di una chiesa con un notevole campanile. Il simbolismo dell'immagine ci dice che la Chiesa si fonda e trae forza dagli scritti di Agostino, che qui viene presentato con grande enfasi. Indossa un piviale, che si apre a mantello grazie alle braccia spalancate e lascia intravedere una tunica bianca, a sua volta sovrapposta a una tunica nera, che ricompare sulle spalle. La sua presenza lascia presagire che l'opera sia stata commissionata da qualche convento agostiniano messicano. Il bastone pastorale e la mitra in testa ricordano la dignità episcopale di Agostino, la cui santità viene descritta dall'aureola raggiata e luminosa che avvolge il capo.
Il volto, tratteggiato con semplicità nei suoi lineamenti, conferma nell'espressione ferma e autorevole il carattere eccezionale del santo nella storia della Chiesa. Un arco con colonne racchiude e fa da cornice alla imponente figura di Agostino, ai cui piedi degli omaggi floreali ingentiliscono l'intero ambiente.