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PITTORI: Maestro fiammingo

Cristo con i santi Agostino e Monica e suore agostiniane

Cristo con i santi Agostino e Monica e suore agostiniane

 

 

MAESTRO FIAMMINGO

1638

Lier, Monastero delle Suore Nere

 

Cristo con i santi Agostino e Monica e suore agostiniane

 

 

 

Questa tela dipinta con la tecnica ad olio è conservata a Lier nel monastero delle Suore Nere o Zwartzusters. L'opera di ignoto pittore fiammingo è datata 1638 come si può leggere dall'iscrizione in margine al dipinto. Lunga circa 150 cm, l'opera è stata realizzata a Vlaanderen per un monastero agostiniano femminile.

In primo piano sono raffigurate dieci monache, disposte cinque per parte, in atto di pregare con le mani giunte e il libro di preghiera fra le mani. Hanno il copricapo bianco e la tonaca nera, da cui deriva il nomignolo con cui venivano riconosciute: Suore Nere di Lier, la cui casa generalizia si trova proprio a Lier in Belgio. Questa congregazione di suore, devote di Agostino, si è aggregata all'Ordine agostiniano il 26 dicembre 1927. Sullo sfondo, in secondo piano si vedono le tre figure di Cristo, al centro in piedi seminudo con la croce fra le mani, e di Agostino, a sinistra, e Monica a destra. Quest'ultima è vestita come una suora, ma senza il copricapo bianco, e tiene fra le mani un libro di preghiere aperto. Agostino è invece vestito da vescovo, ma sotto il piviale si intravede la tonaca nera dei monaci agostiniani che seguono la sua regola. In testa porta la mitra, mentre con la mano destra regge un cuore fiammante e il bastone pastorale. Con la mano del braccio sinistro indica la figura del Cristo e la sua croce.

Sullo sfondo la scena, che sembra svolgersi all'interno di un ampio locale con colonnati, forse il chiostro, si apre su un largo panorama di campagna. dal costato di Cristo esce un fiotto di sangue che va a raccogliersi dentro un calice deposto ai suoi piedi.

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.

«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».