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PITTORI: Anonimo di Lima

Agostino cardioforo a Lima

Agostino cardioforo

 

 

ANONIMO DI LIMA

XVII secolo

Lima, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino cardioforo

 

 

 

Questa bella statua di gusto barocco  si trova nel portale centrale della chiesa di sant'Agostino a Lima.

Agostino compare in sobrie vesti vescovili, la mitra soprattutto, e una tonaca ampia da monaco. Con la mano destra alza un cuore fiammante, mentre con la sinistra regge un libro aperto. Ai suoi piedi sono seduti e quasi schiacciati dalla sua imponente figura due persone che esprimono l'eresia vinta dalle spiegazioni teologiche di Agostino.

Il santo ha un aspetto relativamente giovanile e una folta barba riccioluta.

La chiesa-convento di sant'Agostino è quella che ha maggiormente sofferto per la devastazione dei terremoti. Di originale ha conservato la facciata-altare barocca e gli arredi. Uno dei chiostri della chiesa è attualmente occupato da una galleria commerciale.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3