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PITTORI: Anonimo Marchigiano

Agostino e santa Chiara da Montefalco

Agostino e santa Chiara da Montefalco

 

 

ANONIMO MARCHIGIANO

1600 ca.

Montefalco, Chiostro del monastero agostiniano

 

Agostino e santa Chiara da Montefalco

 

 

 

 

Nel chiostro del monastero di Montefalco, che risale al 1600, si conserva uno splendido affresco di ignoto autore marchigiano che raffigura un bel sant'Agostino vestito da vescovo assieme a santa Chiara da Montefalco. Agostino con la destra impugna il bastone pastorale, mentre con la sinistra regge in mano un libro aperto, dove si legge l'incipit della sua regola, che scrisse in una lettera ad una comunità femminile monastica di Ippona.

Agostino ha un viso austero e nello stesso tempo dolce e pensoso. Le sta accanto santa Chiara in abito agostiniano che regge con la sinistra un libro chiuso, mentre con la destra alza i simboli del suo amore per Cristo: un cuore trafitto dalla croce di Cristo, lo stesso cuore trafitto che le fu scoperto in corpo dopo la morte.

 

Il monastero di Montefalco è un antico insediamento monastico agostiniano. Qui risiede dal XIII una Comunità di monache agostiniane di grande pregio per l'Ordine agostiniano: visse in questo monastero la celebre santa Chiara da Montefalco. Le sue opere di misericordia e il suo amore per Cristo crocifisso sono diventate leggendarie, così come la sua vita e soprattutto i fatti miracolosi che sopravvennero alla sua morte. Una prima Vita di santa Chiara fu scritta dal vescovo Berengario che si recò a Montefalco per reprimere gli atti di devozione al corpo della santa fin troppo esuberanti. La figura della santa ha sollecitato i sentimenti artistici di molti pittori che l'hanno ritratta da sola o in compagnia di santi, fra cui Agostino.

 

S. Chiara da Montefalco è monaca agostiniana di prima grandezza, la cui vita e la cui morte sono avvolte da uno stupendo alone di mistero e di misticismo. Quanto sappiamo è testimoniato da Donadieu de Saint-Affrique, che nel 1308 e nel 1309 governava la diocesi di Spoleto. Il 21 agosto del 1308, esattamente quattro giorni dopo la morte di Chiara, Berengario andò a cavallo a Montefalco dove scoprì i straordinari fatti miracolosi che avevano contraddistinto la sua vita fin oltre la morte.

Chiara nasce da Damiano e Iacopa in una zona vicina al "Castellare" in prossimità della chiesa di San Giovanni Battista a Montefalco (concessa nel 1275 dal Comune agli agostiniani e da questi ricostruita e dedicata a sant'Agostino). Sua sorella Giovanna fonda, con l'aiuto economico del padre, il reclusorio di san Leonardo, di cui diventa la prima rettrice; le donne lì si ritirano vivendo rinchiuse e pregando, ispirandosi alla regola di Francesco d'Assisi, che tuttavia ancora non pienamente riconosciuta a quel tempo.

Dopo la morte di Giovanna e nonostante la giovane età (aveva appena 23 anni), Chiara, che era entrata in convento, ne prende il posto di badessa. Chiara fu per le sue suore "madre, maestra e direttrice spirituale". Non lascia scritti eppure, nonostante che la sua vita si dipani nella stretta osservanza della regola monastica, riesce a mantenere un dialogo con il mondo fuori dal monastero. Personaggi illustri come i cardinali Giacomo e Pietro Colonna, Napoleone Orsini, il francescano Ubertino da Casale e tanti altri si rivolgono a Chiara per consigli in materia spirituale. Le sue parole sono descritte come "un fuoco, da cui venivano illuminate, consolate ed accese le menti di tutti coloro che l'ascoltavano".

Nel 1303 promuove l'ampliamento del monastero e la costruzione della chiesa di Santa Croce con l'approvazione del Vescovo di Spoleto che invia la prima pietra benedetta. È qui che, dopo cinque anni, nel 1308, Chiara, ormai ammalata, vuole essere trasportata per poi morirvi e trovarvi sepoltura.