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PITTORI: Maestro di Melun

Cristo in croce, Sant'Agostino e San Nicola di Bari

Cristo in croce, Sant'Agostino e San Nicola di Bari

 

 

MAESTRO DI MELUN

1650-1670

Melun, chiesa parrocchiale di Saint-Aspais

 

Cristo in croce, Sant'Agostino e San Nicola di Bari

 

 

 

La tavola, di autore sconosciuto, è stata eseguita nel Seicento da un laboratorio di un artista francese. La struttura della cornice ha un aspetto simmetrico composta da tre rettangoli verticali che si sovrappongono parzialmente. Realizzata in legno, costituisce il supporto su cui l'autore ha dipinto le scene a olio.

Le misure complessive sono di 95 cm in altezza e 113 cm in larghezza.

Il pannello centrale raffigura Cristo sulla croce con sullo sfondo la di Gerusalemme. I pannelli laterali propongono le figure dei santi Agostino e Nicola di Bari. Sant'Agostino, a sinistra, indossa i suoi paramenti episcopali con la mitra in testa e un elegante bastone pastorale che termina a croce. Ai suoi piedi si nota un bambino, che richiama una celebre leggenda medioevale.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

A destra troviamo invece san Nicola di Bari con i tre bambini ai suoi piedi dentro un secchio.

 

La chiesa Saint-Aspais è attestata a partire dall'anno 1080. Il campanile, rovinato durante l'assedio inglese di Melun del 1420, fu riparato nel 1422 e ricostruito nel 1469. Sul finire del Quattrocento fu deciso di costruire una nuova e più ampia chiesa. Nel 1517 fu chiamato a dirigere i lavori  l'architetto parigino Jean de Felin, che impresse alla costruzione uno stile fiammeggiante molto ornato. Verso la fine del 1519 l'opera era a buon termine quando scoppiò una controversia fra l'architetto e la fabbrica, tanto che i lavori furono ripresi solo nel 1545. Nel 1673 crollò la volta e Daniel Gittard dovette condurre un'importante riparazione fra il 1675 e il 1683, non esente da nuovi crolli. Furono apportate aggiunte dal falegname Bonneau nel 1698 e dai muratori Etienne e Jacques Thévenon nel 1703. Nel 1793 il culto religioso venne interrotto e l'edificio fu adibito a fabbrica di salnitro. Poco dopo nel 1797 la chiesa ritornò alla sua funzione, cui seguì un importante restauro e la costruzione di una sagrestia a nord nel 1868-1869, su progetto dell'architetto cittadino Buval. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa fu gravemente danneggiata nel 1944 per cui si procedette ad un nuovo restauro eseguito da Albert Bray dal 1945 al 1956, poi da Jean Creuzot. La chiesa fu solennemente inaugurata da Mons. Debray nel 1960.