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PITTORI: Nicolò Mignemi il Vecchio

La Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica

La Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

NICOLO' MIGNEMI IL VECCHIO

1670-1680

Catania, chiesa di sant'Agostino

 

La Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

 

Questa grande tela si trova sopra l'altare dedicati alla Vergine nella chiesa di sant'Agostino a Catania. L'opera vie attribuita al pittore catanese Nicolò Mignemi il vecchio, di cui si conserva un affresco datato 1670 nella sagrestia della cattedrale della città, dove raffigurò l'eruzione dell'Etna del 1669. La figura di Agostino sembra risentire delle influenze di un simile dipinto di Murillo. La tela è collocata all'interno di una pregevole cornice in legno scolpito e dorato, conclusa nella parte superiore dall'emblema dell'Ordine Agostiniano, il cuore fiammeggiante trafitto da una freccia e posto sopra il Libro Sacro. La tela è di forma rettangolare con la parte superiore centinata. Presenta delle dimensioni di circa m 2,33 x 3,87 (h) ed è realizzato con la tecnica della pittura ad olio su tela.

La struttura dell'opera è scansionata su due livelli: il primo, più in alto, vede la figura della Vergine che porta il braccio il piccolo Gesù. Attorno, da entrambi i lati, volteggiano degli angeli. Nella fascia sottostante troviamo Agostino a sinistra e Monica a destra. Alcuni angeli sorreggono il santo e gli indicano la presenza della vergine. Sia Monica che Agostino stanno per ricevere la sacra cintura, un elemento caro alla devozione monacale agostiniana. Entrambi sono vestititi con la tunica nera degli agostiniani, quantunque Agostino porti anche il piviale. Le sue insegne episcopali sono state deposte ai suoi piedi in segno di umiltà.

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.

 

Gli autori sacri riportano due diverse tradizione sul culto di questa Madonna. In una si racconta di San Tommaso apostolo che, avuta notizia dell'imminente scomparsa della Madonna, giunto a Gerusalemme quando ella purtroppo era già morta, volle comunque vederla nella tomba: vi trovò però solo la sua cintura di cuoio, reliquia d'allora in poi molto venerata dai primi cristiani.

Un'altra tradizione è riportata nel libro di preghiere e istruzioni "Manuale di Filotea" dal famoso predicatore milanese dell'ottocento Giuseppe Riva: «La madre di S. Agostino. S. Monica. Fatta vedova del suo consorte Patrizio, e risoluta di imitare Maria SS. ma anche nell'abito, la pregò di farle conoscere come avesse vestito nei giorni della sua vedovanza, specialmente dopo l'Ascensione di Cristo al cielo. La B. Vergine non tardò a compiacerla. Le apparve poco dopo coperta di un'ampia veste che dal collo le andava ai piedi, ma di stoffa così dozzinale, di taglio così semplice, di colore oscuro che non saprebbe immaginare abito più dimesso e penitenziale. Ai lombi era stretta da una rozza cintura di pelle che scendeva fin quasi a terra, al lato sinistro della fibbia che la rinfrancava. Indi slacciandosi di propria mano la cintura, la porse a S. Monica, raccomandandole di portarla costantemente, e di insinuare tale pratica a tutti i fedeli bramosi del suo speciale patrocinio. Il primo ad approfittarne fu il figlio S. Agostino e da lui venne in seguito a diffondersi in ogni ceto di fedeli, specialmente per opera del benemerito Ordine Agostiniano, la cui regola, con poche modificazioni divenne comune a tutti gli ordini religiosi della vita attiva che furono più tardi istituiti. ... »