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PITTORI: Maestro di Modugno

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI MODUGNO

1609

Modugno, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Nel prospetto frontale della chiesa di sant'Agostino a Modugno, il portale rettangolare è sormontato da un timpano triangolare che comprende un bassorilievo della Madonna delle Grazie con Bambino e la data 1609. Sull'architrave d'entrata della porta maggiore sono riportati gli stemmi del Comune di Modugno e della famiglia Faenza, un bassorilievo di S. Agostino e l'iscrizione "Augustinus lux doctorum - Firmamentum Ecclesiae" (O Agostino, luce dei dottori, firmamento della Chiesa).

La figura di Agostino è di piccole proporzioni ed abbozzata  con semplicità. Il santo regge con la mano destra un libro e con la sinistra un poderoso bastone pastorale. I lineamenti del volto hanno perso la freschezza originaria per l'azione delle intemperie che ne hanno smussato la vigoria. Sulla testa si distingue una mitra ed un'aureola che contorna il capo. Sotto il mantello del piviale, si possono scorgere gli indumenti tipici dei monaci agostiniani, con la presenza della cintura simbolo della fedeltà dell'Ordine.

Nel secolo XVI, fuori Modugno, in contrada "Porta della Staccata", sorgeva una piccola cappella dedicata a S. Maria delle Grazie di proprietà della famiglia Faenza. Nel 1591 la signora Maria Faenza, desiderando che in Modugno si stabilissero i Frati Agostiniani, con atto notarile del 17 marzo dello stesso anno, donò ad essi una proprietà del valore di 800 ducati per la costruzione di un convento denominato appunto S. Maria delle Grazie, da erigere accanto alla predetta chiesa. Prima ancora che la costruzione fosse terminata gli Agostiniani vennero a stabilirsi in Modugno (14 ottobre 1593) con grande soddisfazione della città. La storia della Chiesa di S. Maria delle Grazie si lega dunque alla presenza degli Agostiniani che giunsero nel circondario di Bari al seguito di alcune famiglie lombarde, i Capitaneo, i Cesena e gli Scarli, che appartenevano alla corte di Isabella d'Aragona. Si trova tra via Tagliamento e via Veneto ed è il risultato del restauro di una cappella gentilizia del XVI secolo dedicata a S. Maria delle Grazie e appartenuta alla famiglia Faenza. La cappella era situata fuori dalle mura cittadine. Fu Mariella Faenza, imparentata alla famiglia Capitaneo, a donare il 14 marzo 1591 ai frati agostiniani, che si erano trasferirti a Modugno, un terreno perché venisse avviata la fondazione del Convento di Sant'Agostino sotto il titolo di S. Maria delle Grazie. Nello stesso luogo esisteva già una chiesetta dedicata a S. Maria delle Grazie attorno alla quale fu avviata la costruzione del convento. Nel 1618 il convento degli Agostiniani era terminato ed il 18 marzo dello stesso anno venne consacrata la nuova chiesa di S. Maria delle Grazie. Il legame tra Modugno e gli Agostiniani trae nuova linfa durante l'epidemia di peste del 1656 quando, proprio come riconoscenza per la loro abnegazione, la cittadinanza proclama come suo patrono S. Nicola da Tolentino.

Uno sciagurato fatto di cronaca vede protagonista il convento il 10 marzo 1799: quel giorno gruppi di Sanfedisti, giunti a Modugno per punire la sua adesione alla Repubblica Partenopea, compiono incursioni su tutto il territorio e devastano convento e chiesa, uccidendo quattro conversi e danneggiando anche la statua di S. Nicola da Tolentino. Nel 1807 la cappella e il convento passarono al demanio regio. Con l'occupazione francese un decreto di Gioacchino Murat, nell'aprile del 1813 assegna la struttura dell'ex convento al Comune di Modugno il quale, nel 1820 li affidò all'opera pia Sacro Monte di Pietà con lo scopo di realizzare un Ospedale. Per oltre un secolo la Chiesa S. Maria delle Grazie rimane chiusa, finché il 15 maggio del 1950 l'Opera Pia Sacro Monte di Pietà, che ne aveva conseguito la proprietà, cede al Capitolo Arcivescovile della diocesi di Bari la chiesa, che provvide a restaurarla e a fondare la Parrocchia di S. Agostino, come seconda parrocchia in Modugno.

I lavori che proseguirono fino al 1967 modificarono sia la facciata che l'interno dell'edificio con sostituzione degli arredi e la trasformazione della cappella della Madonna delle Grazie in sagrestia.

Sul lato sinistro dell'edificio di erge un campanile a vela con doppio fornice. Sulla facciata si scorgono l'altorilievo della Madonna delle Grazie, collocato al centro del timpano e il busto dell'Ecce Homo nella nicchia sottostante il finestrone. La chiesa ha forma rettangolare, a navata unica, con quattro cappelle laterali, in stile barocco. L'interno della chiesa, a una sola navata, presenta quattro cappelle gentilizie. Tutto l'interno è riccamente decorato da stucchi, che riportano diversi motivi vegetali e angelici, realizzati nel 1721 dall'artista napoletano Maurizio D'Alesio. Risalgono al XVIII secolo anche la struttura della cantoria e l'organo.

Le cappelle furono fatte costruire da famiglie nobili i cui stemmi sono rimasti sui rispettivi archi (Faenza, Grandi, Risotto, Scarli, Scura ). La prima a destra, presso l'altare, era l'originaria cappella della Madonna delle Grazie, incorporata nella costruzione della nuova chiesa. La seconda cappella, in antiquo dedicata alla Pietà, ora è dedicata al Crocifisso. Sulle pareti sono visibili tre grandi affreschi che narrano episodi della vita di san Francesco da Paola, dove appaiono i ritratti dei committenti Domenico e Nicola de Risotto. La terza cappella conteneva parecchie statue dei misteri della Passione che vengono portate in processione il Venerdì Santo. Nel 1954 la cappella fu trasformata in Grotta della Madonna di Lourdes.

La cappella vicino l'ingresso era dedicata a San Nicola da Tolentino. Ha un altare di elegante scultura barocca leccese con colonne a spira; sull'altare, in una nicchia, è contenuta una statua lignea del Santo. Negli arconi di sinistra si possono ammirare, a partire dall'ingresso, una tela rappresentante la Madonna del Carmine, un altare ligneo dorato, dedicato in origine alla Madonna della Cintura, ed oggi ornato con un quadro del Sacro Cuore con, nel riquadro, un'antica raffigurazione di sant'Agostino, ed infine una tela raffigurante San Carlo Borromeo. Nell'abside una pregevole cantoria in legno esalta ricchi intagli dorati, che hanno al centro in rilievo una grande aquila bicipite con lo stemma dell'ordine agostiniano. Si tratta di un cuore trafitto sormontato da una corona ed un libro su cui si legge "Augustinus lux doctorum".