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Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica
MAESTRO DI MONTEBRUNO
1600-1650
Montebruno, Santuario di Nostra Signora
Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica
La tela che raffigura la Madonna della Cintura si conserva all'altare della Vergine della Consolazione o di Nostra Signora della Consolazione nel Santuario di Nostra Signora a Montebruno in Val Trebbia.
La scena si inserisce nella tradizionale devozione agostiniana verso la Madonna, che secondo la leggenda, offrì la cintura della vedovanza a Monica e ad Agostino.
Quella stessa cintura è un simbolo agostiniano caro ai monaci che se ne cingono il saio.
Al centro del dipinto tardo cinquecentesco sta la Vergine assisa in trono su una nuvola con in braccio il Bambino che apre le braccia verso la madre e verso Monica. Sia Monica che Agostino indossano il nero saio dei monaci agostiniani. E' Agostino a ricevere la cintura dalla Vergine con un atteggiamento commosso e devoto. Il suo viso è ancora giovanile e tutto teso ad accogliere nella mano sinistra la cintura che gli sta offrendo la Vergine. Sopra la testa della Madonna alcuni angioletti le stanno per porre una corona di fiori.
Ai piedi della scena principale, su un piano inferiore, troviamo altri personaggi che assistono con intensità all'evento.
Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.
Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.
Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.
Una versione di questa tradizione è riportata nel libro di preghiere e istruzioni "Manuale di Filotea" dal famoso predicatore milanese dell'ottocento Giuseppe Riva: «La madre di S. Agostino. S. Monica. Fatta vedova del suo consorte Patrizio, e risoluta di imitare Maria SS. ma anche nell’abito, la pregò di farle conoscere come avesse vestito nei giorni della sua vedovanza, specialmente dopo l’Ascensione di Cristo al cielo. La B. Vergine non tardò a compiacerla. Le apparve poco dopo coperta di un'ampia veste che dal collo le andava ai piedi, ma di stoffa così dozzinale, di taglio così semplice, di colore oscuro che non saprebbe immaginare abito più dimesso e penitenziale. Ai lombi era stretta da una rozza cintura di pelle che scendeva fin quasi a terra, al lato sinistro della fibbia che la rinfrancava. Indi slacciandosi di propria mano la cintura, la porse a S. Monica, raccomandandole di portarla costantemente, e di insinuare tale pratica a tutti i fedeli bramosi del suo speciale patrocinio. Il primo ad approfittarne fu il figlio S. Agostino e da lui venne in seguito a diffondersi in ogni ceto di fedeli, specialmente per opera del benemerito Ordine Agostiniano, la cui regola, con poche modificazioni divenne comune a tutti gli ordini religiosi della vita attiva che furono più tardi istituiti. ... »
Il santuario di Nostra Signora di Montebruno - già chiesa di Santa Maria Assunta - è un edificio religioso che sorge a Montebruno, nella val Trebbia in provincia di Genova, lungo la strada provinciale. La chiesa è sede della parrocchia di Santa Maria Assunta del vicariato Valle Scrivia della diocesi di Tortona. Secondo la tradizione locale sul luogo dove oggi sorge il santuario vi fu, nel 1478, una miracolosa apparizione della Vergine Maria. Il racconto popolare asserisce che la Madonna apparve ad un pastorello muto che, alla vista della Signora, riacquistò miracolosamente la parola per poi annunciare alla popolazione di Montebruno lo straordinario evento. Gli abitanti accorsi sul luogo dell'evento ritrovarono sul tronco di un albero di faggio una statua in legno raffigurante la Vergine, che oggi è collocata sull'altare maggiore.
Nella sala del refettorio del convento che era annesso al santuario, oggi convertita in cappella, è raffigurato un secondo affresco che presenta la Vita di sant'Agostino, opera di pittore sconosciuto. Il santuario fu costruito nel 1486 sulla sponda di destra del fiume su iniziativa del frate agostiniano Battista Poggi a ricordo della miracolosa apparizione della Vergine avvenuta nel 1478 ad un pastorello muto. Della presenza del Santuario ci ha lasciato un ricordo anche il Giustiniani: "E passato il giogo quale è distante dal mare quindeci miglia, si trova di là al piede di quello Montebruno, col Monastero dei soccolanti di S. Agostino, monastero di gran devotione, vicino al quale ha origine il fiume Trebia."
La chiesa, a tre navate, rivela nelle arcate ogivali l'origine tardo-quattrocentesca con uno stile di stampo gotico, ma la ridondante decorazione in stucchi dorati e la sostituzione dei pilastri alle colonne, il grandioso altare in marmi policromi lasciano trasparire gli apporti dello stile barocco.