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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Montorselli DionisioPITTORI: Montorselli Dionisio
Santa Maria Maddalena de' Pazzi incoronata di spine da Cristo e dalla Vergine
con i santi Agostino e Caterina da Siena
DIONISO MONTORSELLI
1653-1690
Siena, chiesa di san Niccolò al Carmine
Santa Maria Maddalena de' Pazzi incoronata di spine da Cristo con i santi Agostino e Caterina da Siena
Il dipinto di Dionisio Monterselli, collocato a sinistra del portale maggiore della chiesa di san Niccolò al Carmine a Siena, rinnova enfaticamente una delle più note visioni mistiche di Maria Maddalena de' Pazzi. Questa monaca tra le più importanti sante carmelitane, è stata dipinta in questa scena mentre viene incoronata da Gesù con la corona di spine alla presenza della Vergine. La tradizione ci ricorda che il 4 maggio 1585 Maddalena, in uno dei suoi momenti di raccoglimento e di preghiera disse rivolgendosi a Dio: "Gesù mio, perché non posso essere io quella che patisca tanti affanni, ... perché non posso cavarti di testa quella pungente corona che tanto t'affligge e metterla in capo a me, poiché per me la tieni e per me patisci queste pene e tormenti?"
La scena descritta da Montorselli riprende in particolare uno degli importanti scritti che raccolgono i racconti delle sue estasi (I quaranta giorni, cap. XXIX), dove si racconta che Maddalena de' Pazzi, ammirata per l'apparizione di Cristo invocò la presenza della Vergine, di sant'Agostino, di santa Caterina da Siena e di sant'Angelo carmelitano, che erano per lei i punti di riferimento spirituale. In questa circostanza Maddalena chiesa loro di assisterla in questo dono doloroso. Gesù allora depose sul capo di Maria Maddalena la corona di spine per condividere con lei le sue sofferenze e le predisse le pene che effettivamente patì poi per tutta la vita, in particolare alla testa e di venerdì, a memoria di questa grazia ricevuta.
Nella tela Montorselli il momento estatico è stato enfaticamente coronato da un tripudio angelico di putti che porgono a Maria Maddalena e a santa Caterina da Siena dei gigli, allusione al loro candore virginale.
Agostino è stato raffigurato in basso a destra con la mano sinistra che impugna un libro aperto e con la destra alzata verso l'alto a invitare lo spettatore a mirare la scena che si sta svolgendo fra Cristo e Maddalena de' Pazzi. Il santo è vestito da vescovo, non porta la mitra, ma un giovane angioletto gli regge il bastone pastorale. Sotto il piviale si nota l'abito nero degli agostiniani. Il santo ha un viso maturo, serio, intenso, quasi invitante a partecipare e godere dell'avvenimento che si sta producendo. Una folta barba nera gli copre il viso fino al petto.
La chiesa di San Niccolò al Carmine che fu costruita, con l'annesso convento, nella seconda metà del Duecento da alcuni frati carmelitani giunti dalla Terra Santa. Come i Francescani, i Domenicani e gli Agostiniani, anche i Carmelitani costruirono la propria chiesa fuori dalle mura della città. La chiesa conserva le importanti reliquie del Beato Franco Lippi da Grotti (1211-1291), un frate carmelitano che operò numerosi miracoli. L'interno è ricchissimo di opere, tra cui la bellissima pala di San Michele Arcangelo che scaccia gli angeli ribelli, di Domenico Beccafumi.
Maddalena de' Pazzi fu una suora carmelitana nata a Firenze nel 1566 e morta nel 1607. Fu beatificata da Urbano VII nel 1626 e canonizzata da Clemente IX nel 1699. E' patrona di Firenze e la sua festa si celebra il 29 maggio. La sua missione ricorda per molti versi quella di santa Caterina: grande fu il suo amore per Cristo e la Chiesa, che si nutriva del profondo insegnamento teologico della Bibbia, di sant'Agostino e di santa Caterina. Suoi pilastri furono il mistero della incarnazione e le opere dello Spirito Santo.
Maria Maddalena de' Pazzi nasce nel 1566 e appartiene alla casata de' Pazzi, potenti (e violenti) per generazioni a Firenze, e ancora autorevoli alla sua epoca. Battezzata con il nome di Caterina, a 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Nel maggio 1584 soffre di una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, devono portarla davanti all'altare nel suo letto. Da questo momento vivrà diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Le descrivono cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Più tardi le voci dall'alto le chiedono di promuovere la «rinnovazione della Chiesa» (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti), esortando e ammonendo le sue gerarchie. Scrive così a papa Sisto V, ai cardinali della curia; e tre lettere manda ad Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, predicendogli il suo breve pontificato. La mistica morirà nel 1607 dopo lunghe malattie.