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PITTORI: Alessandro Turchi

Agostino medita il mistero della Trinità

Agostino medita il mistero della Trinità

 

 

ALESSANDRO TURCHI detto l'ORBETTO

1610-1613

Verona, chiesa dei Santi Apostoli

 

Agostino medita il mistero della Trinità

 

 

 

Alessandro Turchi ha dipinto questo bel Sant'Agostino in meditazione sul mistero della Trinità. Si tratta di una tela ad olio conservata a Verona nella chiesa dei Santi Apostoli. In basso a sinistra è presente il committente dell'opera, il reverendo Agostino Bettini, ritratto a mezzo busto.

"Verona, 17 settembre 1786: nella galleria Gherardini trovai bellissimi quadri dell'Orbetto e feci l'inattesa conoscenza di questo esimio artista. Da lontano non si ha notizia che dei massimi tra loro, e sovente ci si accontenta dei nomi; ma quando ci si avvicina a questo firmamento e si comincia a scorgere il fulgore anche degli astri di seconda e terza grandezza, e ciascuno di essi risalta anche perché fa parte dell'intera costellazione, ecco che il mondo diventa più grande, l'arte più ricca".

Alessandro Turchi, un artista veronese, era soprannominato l'Orbetto fin da piccolo, quando soleva accompagnare il padre cieco a chiedere l'elemosina. Ha dipinto moltissimo: si conoscono circa novanta opere tra dipinti e disegni, fra cui grandi pale d'altare e piccoli quadri di soggetto religioso, storico e mitologico. Allievo di Felice Brusasorzi (1539/40-1605), manierista della scuola tosco-romana, Turchi incontrò presto stimoli culturali e importanti commissioni nella cerchia dell'Accademia Filarmonica. Fu poi protagonista del rinnovamento in direzione caravvegesca della pittura veneta e veronese del primo Seicento e, intorno al 1614, a trentacinque anni, si trasferì a Roma, dove fu tra i protagonisti di una vivace stagione artistica in cui seguì il classicismo bolognese e dove divenne principe dell'Accademia di San Luca.

Le sue opere, oggi conservate nei maggiori musei del mondo, erano ricercate oltre che dalla nobiltà e dal clero romano (i Barberini e i Borghese, ad esempio) anche dai grandi collezionisti d'Oltralpe come il cardinale Mazarino o Guglielmo III d'Orange. Il successo di Turchi fu tale che venne incaricato di affrescare la Sala Regia del Quirinale nell'ambito di una collaborazione con Lanfranco e Saraceni. Altre opere di Turchi sono presenti nelle chiese veronesi.

 

C'è un misterioso processo che avviene in Dio. Il Vangelo ci dice che Gesù di Nazareth era il Figlio di Dio. Ma che cosa significa? Che cosa vuol dire che Cristo e il Padre sono uno solo? L'interezza del messaggio cristiano sta proprio in questa unità, che si realizza sulla croce, grazie alla morte di Gesù, in quanto uomo. A questo proposito l'intelletto umano può trovare solo analogie. E il genio di Agostino ha esposto, in quindici analisi incredibilmente valide, il suo modo di approssimarsi a questo mistero dell'incarnazione di Dio e dello Spirito Santo. Di questi 15 libri possiamo qui prenderne in esame solo uno, e anch'esso solo per brevi cenni. Che cosa c'è di più misterioso dell'incarnazione di Dio?

 

D'altra parte fuori di te non esisteva nulla, da cui potessi trarre le cose, o Dio, Trinità Una e Trinità trina. Perciò creasti dal nulla il cielo e la terra ... Tu sei onnipotente e buono, per fare tutto buono, il cielo grande, come la piccola terra. C'eri tu e null'altro.

AGOSTINO, Confessioni 12, 7, 7

 

 

VITA E OPERE DELL'ORBETTO

La famiglia Turchi, proveniente da Illasi, nella provincia veronese, è registrata per la prima volta a Verona dove, dopo il 1541, è venuto ad abitare il nonno del pittore, "Leonardo spadar". Alessandro Turchi nasce a Verona nel 1578, figlio primogenito di Silvestro, spadaio, e di sua moglie Elisabetta. I Campioni d'estimo veronesi registrano nel 1595 "Silvester de Turcis cecus mendicans olim spatarius". Il padre di Alessandro Turchi, divenuto "orbo", forse in seguito a un incidente sul lavoro, vive di elemosina, accompagnato dal figlio, che perciò viene chiamato l'Orbetto. Nel testamento di un orafo veronese del 1597 è menzionato "Messer Alessandro Pittore domestico di Messer Felice Brusasorzi Pittore". Nella bottega di Felice Brusasorzi, Alessandro Turchi "apprese non solo i principi dell'arte, ma molto si avanzò nella sua pratica". Da una registrazione anagrafica che risale al 1603, il venticinquenne Alessandro Turchi appare ufficialmente qualificato come "pittor". Dopo la morte di Felice Brusasorzi, Alessandro Turchi termina, assieme a Pasquale Ottino, la Caduta della manna in San Giorgio in Braida, e, da solo, la pala di San Raimondo di Peñafort per l'altare Mazzoleni in Santa Anastasia.

Nel 1605 firma la Maddalena penitente per l'altare Da Prato nella chiesa di San Tomaso Cantuariense a Verona. L'Accademia Filarmonica di Verona, decide nel 1606 di fargli "dipingere dentro e fuori le portelle et la cassa [dell'organo], con quel miglior modo e prestezza che parerà". Alessandro Turchi nelle portelle raffigura la Musica, la Poesia, il Valore e la Fortezza, oggi conservate nelle Collezioni Reali di Windsor.

1608 è la data che appare sull'iscrizione dell'altare eretto in San Fermo Maggiore a Verona dall'Arte dei Falegnami (o Marangoni), in onore dei santi patroni Giuseppe, Girolamo e Antonio abate, che compaiono raffigurati nella pala di Turchi con l'Adorazione dei pastori. Turchi viene quindi aggregato, su sua richiesta, all'Accademia Filarmonica di Verona. Al 1610 risale l'iscrizione originale dell'altare dedicato all'Assunta nella chiesa di San Luca a Verona. Nel 1614 Turchi firma la Fondazione di Santa Maria Maggiore, ora a Castelvecchio e nello stesso anno Alessandro e il fratello Simone non compaiono registrati in alcuna contrada veronese, né allibrati nell'estimo del 1616.

Lavora alla decorazione a fresco della Sala Regia del Quirinale in Roma, nella quale Turchi dipinge l'ovale con la Raccolta della manna. Altri svariati pagamenti, in diverse date, sono registrati per dipinti fatti da Turchi per il cardinale Scipione Borghese, fra cui il Cristo morto con la Maddalena e angeli, ora alla Galleria Borghese. Tra il 1617 e il 1621, quando il Mancini scrive le sue Considerazioni sulla pittura, Turchi ha già dipinto la Madonna in gloria con san Carlo Borromeo per la chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma, l'Ercole e Onfale, ora nella Alte Pinakothek di Monaco, e una lavagna di soggetto non precisato, "molto bella e molto ben intesa" per il capitano Sacripante.

Nel 1634 Alessandro Turchi diviene Primo Rettore dell'Accademia di San Luca. Viene quindi eletto  Principe dell'Accademia di San Luca, sotto il patrocinio del cardinale Francesco Barberini e poi entra nella Pontificia Accademia dei Virtuosi a Roma. Nel 1644 la pala raffigurante l'Estasi di san Francesco con sant'Antonio abate viene collocata sull'altare della famiglia Meneri nella sagrestia di Santa Maria in Organo. Dopo altri lavori il 22 gennaio 1649 Alessandro Turchi muore.