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PITTORI: Hans Pernegger

Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

HANS PERNEGGER

1636

Schlägl, portale del monastero agostiniano

 

Sant'Agostino cardioforo e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

La statua di S. Agostino, realizzata da Hans Pernegger nel 1636 per il portale del monastero agostiniano a Schlägl nell'alta Austria, ha una composizione piuttosto complessa che raccoglie nella stessa ideazione più simboli iconografici relativi al santo.

In basso si può osservare uno spigliato bambino che con una mano regge una ciotola e con l'altra impugna un cucchiaio. E' la citazione di un episodio leggendario che ricorda il desiderio di Agostino di penetrare il mistero della Trinità.

La figura di Agostino si staglia imperiosa nella nicchia e reca nella mano sinistra un cuore fiammante trafitto da una freccia, simbolo iconografico del suo amore per Dio, mentre nella destra impugna il bastone pastorale che ne definisce la dignità episcopale.

La figura di Agostino è ieratica, con un viso da cui fluisce una lunga e riccioluta barba.

L'episodio descritto nella leggenda del bambino sulla spiaggia è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

 

 

Attraversato il portale barocco del monastero, la vista si apre sulla chiesa gotica. Le colonne e gli archi gotici sono stati rifatti nel 1626 con ornamenti barocchi. Di quel periodo restano il grande organo (1634) di Andreas Putz da Passau, un elaborato coro (1635) di Hans Walz di Kremsmünster e il pulpito con le rappresentanze dei dodici apostoli e Giovanni Battista (1647) dello scultore Johann Worath. Un incendio nel 1701 ha causato la ricostruzione degli altari. Sull'altare maggiore sono raffigurati dei due padri religiosi Agostino e Norbert nonché gli apostoli Pietro e Paolo. Particolare attenzione merita il coro intagliato riccamente da Gregorio Rohrbacher che risale al 1740. Gli altari laterali sono stati riccamente intarsiati da artigiani nel 1745 sotto l'abate Franz Pering. Le tavole dell'altare furono realizzate nel 1749 Bartolomeo Altomonte. Nell'immagine di destra è raffigurata l'immagine del fondatore dell'ordine, Norberto di Xanten. Lungo la navata si trovano altri immagini di santi: sul lato destro c'è san Giovanni Nepomuceno, sul lato sinistro san Donato, il patrono contro i fulmini e maltempo con la mano benedicente sul monastero a proteggerlo. Segue la gotica cappella di S. Vito (1501).