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Agostino scrive il De Trinitate
SEBASTIAN PLANES
1680-1690
Palma di Maiorca, chiesa di Nostra Signora del Soccorso
Agostino scrive il De Trinitate
L'altare maggiore, in legno intagliato e dorato, è opera della seconda metà del Settecento. Sebbene sia stato attribuito a Juan de Aragón, il suo autore è sconosciuto. La sua costruzione avvenuta in più fasi, durò a lungo. Nella nicchia centrale è adorata l'immagine della Madonna di Soccorso, una statua della scuola sivigliana della seconda metà del XVI secolo. Al di sopra si sviluppa una nicchia dove trova posto sant'Agostino. Si tratta di un gruppo scultoreo di ottima fattura, che proviene da un precedente altare, come l'immagine dell'Arcangelo San Michele che completa la struttura dell'altare. Il santo vescovo di Ippona è raffigurato con ornamenti episcopali, seduto ad uno scrittoio mentre sta scrivendo, contemplando il mistero della Santissima Trinità. Il suo autore è riconoscibile nel monaco agostiniano Sebastián Planes, che lo realizzò alla fine del XVII secolo. E' un'opera barocca dove Agostino manifesta una sua attitudine estatica. Vestito con gli abiti pontificali, regge nella mano destra una penna mentre lavora ad un libro aperto. La statua è alta 210 cm e dipinta in policromia. Planes fu esperto nell'arte della scultura e lavorò anche ad altre opere, fra cui un san Tommaso da Villanova e un Cristo. Nella parte inferiore dell'altare si trova una successione di santi agostiniani, la cui realizzazione viene attribuita ad Andrés Carbonell. Da sinistra a destra si osservano: Santa Chiara della Croce da Montefalco; Santa Monica, madre di Sant'Agostino; l'arcangelo San Gabriele, con i gigli in mano; l'arcangelo San Raffaele, con in mano un pesce; San Juan de Sahagún e "santa" Perpetua, la sorella di Agostino, prima badessa del monastero femminile di Ippona. Nella teca è deposto un crocifisso settecentesco di scuola andalusa. Due tribune, ai due lati del presbiterio, fungono da apertura alla grandiosa struttura dell'altare, come fosse un trittico aperto, che offre all'altare un movimento barocco di prima grandezza. L'autore di queste tribune non è noto: il loro doratore fu l'agostiniano P. Gabriel Colom, autore di alcuni dipinti che si conservano nella stessa chiesa. La data della sua esecuzione è tra il 1767 e il 1770. Padre Gabriel Colom ha anche contemporaneamente dorato l'espositore e il tabernacolo.
La chiesa dedicata a Nostra Signora di Socorro a Palma di Maiorca, ha una struttura rinascimentale costruita nel XVII secolo. L'edificio venne realizzato in pietra bugnata e si presenta a navata unica con ben dieci cappelle laterali. Nella pala d'altare centrale notevole è il bellissimo intaglio della Vergine della Consolazione, un'opera in alabastro di scuola sivigliana della fine del Cinquecento. La cappella principale è dedicata a San Nicola da Tolentino, il primo santo dell'Ordine e presenta una cupola barocca ellittica con influenze stilistiche italiane. La sua ideazione e realizzazione è opera dell'architetto e scultore navarrese settecentesco Francisco Herrera. La torre, che svetta sulla facciata risale al XVIII secolo, ha forma ottagonale irregolare e con i suoi 47 m è la più alta di tutta la città di Palma. Accanto alla chiesa ed annessa alla stesso sorge una chiesa gotica quattrocentesca dedicata a Nostra Signora della Grazia, attualmente conosciuta come Nostra Signora De los Desamparados.
La presenza degli Agostiniani nelle Isole Baleari risale al XIII secolo, all'indomani della conquista di Maiorca da parte di Giacomo I d'Aragona nel 1229.
La prima fondazione agostiniana fu realizzata sull'isola di Formentera nel 1258. Nel 1480 i monaci agostiniani si stabilirono a Palma, fuori le mura cittadine, e a Ciudadela sull'isola di Minorca. Questi nuovi conventi furono amministrati dal venerabile P. Joan Exarch, un agostiniano di Valencia, che con un gruppo di religiosi si era stabilito dapprima in un eremo chiamato Nostra Signora degli Orfani, e successivamente a San Magín. Pochi mesi dopo padre Exarch trasferì quest'ultima fondazione in un territorio più sicuro, nella zona di Itria, su una altura fuori le mura, lungo la strada per Sóller. Nel 1592 venne fondato un convento presso il santuario di Monte Toro
nell'isola di Minorca e nel 1603 a Felanitx, sull'isola di Maiorca, venne fondato il convento di sant'Agostino, con la sua sontuosa chiesa.
Di tutte queste fondazioni, dopo le confische di Mendizábal nel XIX secolo, ne è rimasta una sola a Palma di Maiorca. In Itria la comunità fu attiva per più di cinquant'anni, finché per ordine dell'imperatore Carlo V le case religiose fuori città dovettero essere trasferite in città. Per questo motivo gli Agostiniani acquistarono le cosiddette "Casas del Ángel", un vecchio ospedale, accanto alla cappella della Madonna della Gracia, demolendo il convento di Itria, con i cui resti sarebbe stata costruita una porta nelle mura, nota come "Porta Pintada". Nel 1544 la struttura passò alla Cappella della Gracia, una piccola chiesa gotica del XV secolo, dedicata alla Madonna della Gracia, che era stata costruita sotto la direzione dell'architetto Guillem Sagrera. Accanto ad essa, nella seconda metà del Cinquecento, fu edificato il convento di Nostra Signora Del Socorro. Dal 1544 al 1835, anno della confisca, vi vissero circa 600 monaci agostiniani. Nel corso del Seicento i monaci costruirono una nuova chiesa, dedicata alla Vergine del Socorro, che conservò l'antica cappella gotica.
Nel 1707 fu realizzata la straordinaria cappella di San Nicola da Tolentino, con la sua eccezionale cupola barocca, ideata dall'architetto Francisco de Herrera. Nel convento di Socorro, gli agostiniani hanno svolto una intensa opera di promozione degli studi ecclesiastici, in cui eccelsero uomini di grande spessore culturale. Fra questi si possono ricordare P. Nicolás Serra, che dopo essere stato Provinciale della Provincia Agostiniana d'Aragona, fu eletto Vescovo di Bossa, in Sardegna; Padre Bartolomé Estelrich, missionario nelle Filippine, dopo essere stato per molti anni maestro dei novizi a Socorro; i frati Antonio Salom, Juan Antonio Bacó; Tomás Riera, Jaume Font, José Yoy, scrittori e professori illustri all'università.