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PITTORI: Maestro lucano

articolare dei volti di sant'Agostino e san Pietro

Particolare dei volti di sant'Agostino e san Pietro

 

 

MAESTRO LUCANO

1680-1690

Potenza, chiesa della SS. Trinità

 

Madonna con Bambino e i santi Agostino, Pietro e Paolo

 

 

 

A Potenza la chiesa della SS. Trinità conserva una tela di modesta fattura di ignoto autore che raffigura la Madonna con il Bambino e i santi Agostino, Pietro e Paolo. La tela si trova nel transetto e risale al XVIII secolo.

La struttura della scena è affollata da personaggi su cui troneggia l'imponente figura della Vergine che tiene fra le braccia il Bambino Gesù. Un nugolo di angeli li attorniano gioiosi e in preghiera.

Nella fascia sottostante si susseguono da sinistra Agostino, vestito da vescovo, con la mitra in testa e il bastone pastorale, Pietro con le chiavi in mano offerte alla Vergine, Paolo con un libro aperto in mano e un chierico, forse il donatore.

Agostino porta una fluente barba ed ha lo sguardo rivolto a un punto verso cui convergono i diversi personaggi, che si trova fuori dall'arco visivo della scena. La figure dei santi sono poco curati, il che ci rimanda ad un pittore mi mediocre qualità, attivo sul luogo. Fra le due coppie di personaggi la scena si apre verso un lontano orizzonte con scena marine.

La figura e il pensiero paolino a Milano ebbero per Agostino un ruolo fondamentale nel processo di conoscenza e di approfondimento della teologia cristiana. Un incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un passo decisivo verso il battesimo: inoltre venne convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta. Fra gli effetti ci fu la dolorosa separazione dalla donna con cui conviveva, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato.

A casa di un amico, Ponticiano gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di sant'Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di San Paolo.

Ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Quanto alla teologia agostiniana e ad alcuni temi trattati, l'influenza paolina è immediatamente percepibile. Sulla difficile questione dell'indagare le ragioni per cui Dio interviene a favore di alcuni e non di altri, perché noi non abbiamo titoli per criticare Dio, Agostino si rifà in proposito alle parole di Paolo di Tarso: «O uomo, chi sei tu per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?».

Parafrasando San Paolo, Agostino affermava anche che l'uomo può raggiungere la Verità, ma non la può possedere, poiché sarebbe possedere Dio; piuttosto, l'uomo ne viene posseduto.

 

La chiesa della SS. Trinità presenta una facciata in pietra e cotto a vista con il corpo superiore raccordato con volute in cotto. Il portale è affiancato da sei lesene e al di sopra della trabeazione si sviluppa un timpano a spioventi. Un documento dell'anno 1178 segnala già questa chiesa e la individua nel Castrum vetus, il primo nucleo abitato medievale fortificato. Diversi terremoti provocano danni alla struttura, per cui divengono necessari interventi edilizi. In una di queste occasioni nel 1414, su intervento di un certo Marino Dente, si procede all'ampliamento della fabbrica. Nel 1429 la chiesa, che presenta tre navate, viene riconsacrata "perché antichissima se n'era dispersa la memoria di chi la avesse consacrata la prima volta". I terremoti del 1694 e 1857 la fanno crollare parzialmente così come il campanile. La ricostruzione viene portata a termine dal 1860 in poi.