Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Maestro napoletanoPITTORI: Maestro napoletano
San Giuseppe e il Bambino appaiono ai santi Agostino e Gennaro
MAESTRO NAPOLETANO
1650-1680
Quimper, Museo delle Belle Arti
San Giuseppe e il Bambino appaiono ai santi Agostino e Gennaro
La tela viene attribuita ad un anonimo pittore napoletano della seconda metà del Seicento. L'opera è conservata al Museo di Belle Arti di Quimper e raffigura san Giuseppe con il Bambino in braccio seduto su una nuvola attorniato da alcuni angeli. Ai loro piedi a un livello inferiore troviamo due santi che amorevolmente si rivolgono verso il Bambino. A destra a figura intera si erge san Gennaro a piedi scalzi e con indosso un ricco piviale episcopale. Il suo volto, ancora dall'aspetto giovanile, senza barba, ha lo sguardo intensamente rivolto verso il Bambino che a sua volta lo fissa allargando le braccia come se volesse accoglierlo.
A sinistra invece in ginocchio vediamo sant'Agostino con nella mano destra una penna e nella sinistra un libro aperto. Il santo indossa il piviale episcopale, ma non porta né la mitra intesta né ha il bastone pastorale nella sua disponibilità. Ai suoi piedi sono accatastati altri in parte aperti e in parte chiusi. Il volto di Agostino ha lo sguardo rivolto verso l'alto: ha un aspetto ancora giovanile con una folta barba che gli copre le guance.
Il soggetto complessivo dell'opera è abbastanza inusuale, anche se si inserisce in una linea artistica che si stava consolidando dal Cinquecento al Seicento.
La presenza di san Giuseppe con il Bambino è un soggetto che trova una nuova dimensione nel Cinquecento, soprattutto grazie alla reinterpretazione che ne fa Guido Reni.
In molte rappresentazioni della Natività in epoca medioevale e posteriore, san Giuseppe è di solito seduto di lato, spesso addormentato ed estraneo alla scena principale che vede protagonisti Maria e il Bambino Gesù. Anche quando è più prossimo alla scena principale lo ritroviamo sempre dietro la Vergine e in ogni caso è la Madonna a tenere il bambino tra le mani.
A modificare questa consuetudine, fino ad eliminare dalla scena Maria, ci pensano Guido Reni (1575-1642), con un tenero bambino in fasce, e Francisco Herrera il Vecchio (1576-1656), con un bambino Gesù già grandicello. Più tardi nei famosi notturni di Gherardo delle Notti (1592-1656) c'è un fanciullo Gesù che regge una candela mentre Giuseppe svolge il proprio lavoro di falegname. Una analoga situazione la vediamo anche in Georges du Mesnil de La Tour (1593-1652).
Il precursore di questo nuovo genere di rappresentazione di san Giuseppe fu decisamente Guido Reni, che "inaugura" l'iconografia della paternità di san Giuseppe diffondendola su grande scala grazie al successo dei suoi diversi ritratti del santo con il bambino Gesù. Dopo di lui molti altri pittori lo seguiranno, tra i quali Battistello (1578-1635), che rappresenta però un bambino più grande abbracciato e stretto teneramente da san Giuseppe, il Guercino (1591-1666), che ripropone lo schema di Guido Reni, Simone Cantarini il Pesarese (1612-1648), Giovan Battista Piazzetta (1683-1754), Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770) e suo figlio Gian Domenico Tiepolo (1727-1804).
L'anonimo pittore napoletano probabilmente conosceva questa nuova prospettiva.