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Sant'Agostino vescovo
REMBRANDT VAN RIJN
1606-1669
Braunschweig, Herzog Anton Ulrich-Museum, Stampe e Disegni
Sant'Agostino vescovo
Rembrandt Harmenszoon van Rijn nasce il 15 luglio 1606 a Leida (Olanda), ottavo figlio di nove fratelli. Il padre, un agiato mugnaio, era proprietario di un mulino sulle sponde del Reno e chiamato perciò "Van Rijn" (del Reno).
Fu tra i più grandi ritrattisti di ogni tempo, dipinse meravigliosi paesaggi, diede vita a splendidi quadri di soggetto religioso, storico e mitologico. E' considerato il più grande pittore olandese, e uno dei più importanti artisti di sempre.
La pittura di Rembrandt, a differenza di quella dei suoi connazionali olandesi, da sempre attenti a ogni minimo dettaglio, trascura la descrizione precisa per confondere e oscurare la superficie di oggetti e personaggi. Infatti la sua pennellata è molto personale, e, soprattutto nelle ultime opere, diviene sempre più pastosa e di spessore, in una stesura che si fa sempre più rapida ed essenziale. Rembrandt si ispira in modo evidente alla pittura italiana, e a Caravaggio in particolare. Infatti usa contrasti luministici con una funzione psicologica, propria dell'artista italiano. Non è l'effetto spettacolare a interessarlo, bensì proprio la dimensione emotiva che una certa luce riesce a suscitare.
Agostino è stato frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. In questo caso Rembrandt ne offre una interpretazione originale: non più l'Agostino ieratico visto di fronte, ma un Agostino in lontananza e di profilo mentre è tutto intento nella sua attività pastorale rivolta ai fedeli. Agostino ha un aspetto maestoso, ma non distante dai fedeli; è più un principe della Chiesa che lavora per il suo popolo. Attorno a lui i fedeli si raccolgono devotamente. Qui Agostino non è associato ad altri santi né agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Vive di luce e di forza propria. Qui Rembrandt lo ha vestito da vescovo con in testa la mitra mentre impugna con fermezza il bastone pastorale: il messaggio di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6