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PITTORI: Anonimo romano

Agostino consegna la sua Regola

Agostino consegna la sua Regola

 

 

ANONIMO ROMANO

XVII secolo

Roma, chiesa di Sant'Agostino

 

Agostino consegna la Regola

 

 

 

 

Sopra il portale della chiesa di sant'Agostino a Roma si nota un interessante motivo decorativo a riquadro con cornice, leggermente in rilievo, nel cui riquadro è visibile un affresco del XVII sec. che ritrae Agostino mentre consegna la sua regola a un gruppo di monaci e di monache. Il santo è assiso in cattedra, vestito da vescovo e regge in mano un libro aperto: con la mano destra indica il contenuto della regola a due frati con la cocolla nera inginocchiati, mentre tre suore osservano la scena in piedi.

La chiesa venne costruita nel 1483 a fianco del nuovo convento, fatto su disegno di Luigi Vanvitelli. Sostituì un altro edificio più antico del XIII secolo: è nel 1286 infatti che un nobile romano, Egidio Lufredi, ammirando lo zelo degli agostiniani, che vivevano già in Santa Maria del Popolo, donò loro alcune case in Campo Marzio perchè vi costruissero la chiesa e il convento. Papa Onorio IV con Bolla del 2 febbraio 1287 permise ai religiosi di accettare il legato, tuttavia preferì donare loro la chiesa di S. Trifone anziché costruirne una nuova. Gli agostiniani si diedero da fare però in senso contrario, così che il 15 aprile 1296 Bonifacio VIII permetteva a Gerardo, vescovo di Sabina, di porre la prima pietra della nuova chiesa di sant'Agostino.

Questa fu finita solo nel 1420 senza incontrare la soddisfazione dei religiosi, perchè era eccessivamente piccola e troppo soggetta alle inondazioni del Tevere. Gli agostiniani decisero di farne un'altra più grande e maestosa. Incontrarono il favore del cardinale Guglielmo d'Estouteville, vescovo di Ostia, che procurò i fondi necessari e gli architetti, Giacono da Pietrasanta e Sebastiano Fiorentino. Disposte le fondamenta nel novembre 1479, già all'inizio del 1483 l'opera poteva dirsi terminata. Della primitiva struttura attualmente rimane solo la navata trasversale a crociera felicemente inserita nel piano contemporaneo, la cui rielaborazione e sistemazione definitiva interna sono opera del Vanvitelli, che li eseguì fra il 1750 e il 1760.

 

11. 1. Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 2. Così di giorno in giorno s'imponeva e diventava più evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e così anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sì che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.

11. 3. In fatti circa dieci uomini santi e venerabili, continenti e dotti, che io stesso ho conosciuto, il beato Agostino, richiesto, dette a diverse chiese, alcune anche molto importanti.

11. 4. D'altra parte costoro, che dal loro santo modo di vita venivano a chiese di Dio diffuse in vari luoghi, si dettero ad istituire monasteri, e poiché cresceva lo zelo per l'edificazione della parola di Dio, preparavano a ricevere il sacerdozio fratelli, che furono messi a capo di altre chiese.

11. 5. Pertanto progrediva per mezzo di molti e in molti la dottrina di fede salutare, di speranza e di carità insegnata nella chiesa, non solo in tutte le parti d'Africa ma anche nelle regioni d'oltremare: infatti con la pubblicazione di libri, tradotti anche in greco, grazie a quel solo uomo, con l'aiuto di Dio, tutto il complesso della dottrina cristiana venne a conoscenza di molti.

11. 6. Allora - com'è scritto - il peccatore a veder questo s'adirava, digrignava i denti e si struggeva (Sal. 111, 10); invece i tuoi servi - secondo quanto sta scritto - erano in pace con quelli che odiavano la pace e quando parlavano erano combattuti da quelli senza motivo (Sal. 119, 7).

POSSIDIO, Gesta Augustini 11, 1-6

 

La grande diffusione della Regola di Agostino come norma di vita monacale ricominciò nel secolo XI, soprattutto dopo che venne adottata dalle comunità dei Canonici Regolari prima in Francia e poi negli altri Stati europei. Quando si parla di Regola agostiniana nelle comunità canonicali, ci si riferisce sia alla Regula tertia o Praeceptum, che alla Regula secunda o Ordo monasterii.

L'Ordo monasterii, più esigente in quanto a disciplina, fu adottato tra gli altri, dai Canonici di Springiersbach e dai Canonici Regolari Premostratensi; tuttavia dopo il XIII secolo ad esso fu preferita la Regula tertia.

L'affermarsi della Regula tertia fu dovuto anche alla decisione del Concilio Lateranense IV del 1215 di considerarla una delle regole di riferimento per le nuove fondazioni religiose. Essa venne assunta dai Frati Predicatori, dai Servi di Maria e, in modo speciale, dagli Agostiniani i quali, però, aggiunsero all'inizio della Regula tertia la prima frase dell'Ordo monasterii. Fu subito chiaro per le nuove fondazioni agostiniane che il solo Praeceptum non poteva regolare la vita complessa di un Ordine: ad esso fu quindi aggiunta una serie di costituzioni, dichiarazioni, regolamenti, che avrebbero dovuto regolare con più precisione la vita monastica.

È stato stimato che il numero complessivo degli istituti che nel corso dei secoli hanno adottato la Regola agostiniana sia di circa 500. Il recupero della Regula ad servos Dei si può spiegare con l'autorità morale e dottrinale che Agostino aveva acquistato soprattutto come esempio di vita clericale povera, la concentrazione della Regula sulla vita apostolica della chiesa primitiva, l'essenzialità che la rendeva facilmente adottabile in qualunque contesto monastico.