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PITTORI: Aegidius Sadeler

Agostino allo scrittoio medita sul mistero della Trinità

Agostino allo scrittoio medita sul mistero della Trinità

 

 

SADELER AEGIDIUS

1622

Amsterdam, Rijske Museum

 

Agostino allo scrittoio medita sul mistero della Trinità

 

 

 

Aegidius Sadeler (Bruxelles 1570 - Praga 1629) ha inciso questa stampa su disegno di Pieter de Witte (1548-1628) o Petrus Candidus. Dimensione alla battuta della stampa mm 106 X 145, mentre le dimensioni del foglio sono 18,5 cm x 21 cm.

Come esplicita la scritta "S. AVGVSTINVS Mente haurire Deum frustra AVGVSTINE laboras Nam cochleari infans hauriet ante mare", il disegno si riferisce ad un leggendario episodio che vede protagonista Agostino nella sua ricerca di penetrare il mistero della Trinità.

Di solito la scena si svolge in riva al mare, dove il santo incontra un fanciullo che sta giocando con un cucchiaio o una conchiglia. In questo caso il santo è seduto al proprio scrittoio nel proprio studio e pensa estaticamente al mistero della Trinità. E' vestito da vescovo, la mitra deposta sul tavolo e il bastone pastorale appoggiato alla spalla sinistra. Fra le mani tiene un libro aperto che sta leggendo, ma il suo sguardo ormai è volto altrove, con la mano destra che sorregge il capo il cui sguardo è assente.

Sotto appare un bambino con in mano un cucchiaio che richiama un famoso tema iconografico agostiniano.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

 

 

Aegidius Sadeler

Sadeler nacque ad Anversa in una famiglia di stampatori e incisori. Figlio di Emmanuel de Sayeleer e nipote di Egidio I, Jan I e Raphael Sadeler, fu avviato all'arte dallo zio Jan I. Nel 1589 divenne membro della Corporazione di San Luca di Anversa. Lavorò a Monaco di Baviera (1590), a Roma (1593), a Napoli e poi di nuovo a Monaco di Baviera. Nel 1597 si stabilì a Praga dove divenne incisore di corte per Rodolfo II. I suoi primi lavori furono soprattutto copie fedeli di opere di Albrecht Dürer e copie di dipinti di importanti pittori italiani come Raffaello, Tintoretto, Parmigianino, Barocci e Tiziano o di pittori nordici che vi lavorarono, come Paul Bril e Denys Calvaert.

Dopo la morte di Rodolfo II godette del favore e della protezione dei due imperatori successivi, Mattia e Ferdinando II. Sadeler morì a Praga nel 1629. Ebbe molti allievi, tra cui Wenzel Hollar e Joachim von Sandrart.