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PITTORI: Maestro genovese

Madonna della cintura fra Agostino e Nicola da Tolentino

Madonna della cintura fra Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

MAESTRO GENOVESE

1680-1690

Savona, chiesa di Nostra Signora della Consolazione

 

Madonna della cintura fra Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

 

Questo olio su tela delle dimensioni di 214x178 cm, ci presenta la Madonna della Cintura con il Bambino in braccio seduti su un trono di nubi. Entrambi affidano le cinture, simbolo della devozione mariana dell'Ordine agostiniano, ad Agostino e a san Nicola da Tolentino. Alla ricca espressione del piviale di Agostino, appena nascosto dalla nera cocolla e impreziosito da un raffinato bottone, fa da contrappeso il semplice saio nero indossato da Nicola, che è presentato con il capo completamente rasato. Il quadro è collocato sull'altare della Compagnia della Cintura, istituita nel 1579 all'interno di questa chiesa di Savona.

E' verosimile che l'opera sia stata commissionata dai Cinturati, associazioni locali promosse dagli agostiniani, dedite al mutuo soccorso fra confratelli e alla preghiera per le anime dei defunti.

Il gruppo centrale è una rielaborazione della struttura delle numerose Madonne col Bambino realizzate da Cambiaso. Tuttavia la rigidità complessiva dell'insieme che deriva dalla struttura a piramide, associata agli stereotipi degli angeli, i cui caratteri somatici sono troppo marcati, così come quelli del Bambino, non coincidono con lo stile di Cambiaso. Il quadro, come vorrebbe una tradizione locale, è da ricondurre a un collaboratore del maestro genovese. Questo ignoto artista fu attivo negli ultimi decenni del Cinquecento e rielaborò le eleganti pale di Cambiaso in modi decisamente più arcaicizzanti e rigorosi. Questo ignoto pittore tuttavia rivela una discreta capacità nella resa cromatica dei panneggi. Lo attestano principalmente gli abiti sia della vergine che di Agostino.

 

La presenza della comunità agostiniana a Savona risale al 1370. La costruzione del complesso con l'annessa chiesa intitolata a Nostra Signora della Consolazione prende avvio nel 1487, quando i Padri acquistano il terreno e vi innalzano in meno di otto anni le principali strutture. Con le soppressioni napoleoniche il convento è stato trasformato in caserma. Tra il 1642 e il 1644, la chiesa medievale ha subito una profonda trasformazione con l'intervento di Orazio Grassi. Lo storico Astengo riporta la sua riedificazione nel 1725 sul sito della precedente, la cui «struttura tosco antica» è tuttora testimoniata dalle forme del campanile.

Il luogo di culto, destinato nel 1827 a magazzino del sale, è ritornato agli Agostiniani nel 1828. Andato perduto il convento, la presenza agostiniana rivive nella chiesa: alla fase quattrocentesca, appartengono, assieme al campanile, alcuni frammenti di affresco nel vano a destra dell'area presbiteriale. Della fase Cinque-Seicentesca rimangono prova numerose tele e statue - in particolare una Madonna di Misericordia di scuola genovese - disposte sugli altari, compreso quello maggiore attribuito a Domenico Parodi.