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PITTORI: Schut Cornelis

Monaca Agostino, Agnese e altri santi

Monaca Agostino, Agnese e altri santi

 

 

SCHUT CORNELIS

1624-1627

Parigi, Museo del Louvre

 

Monaca Agostino, Agnese e altri santi

 

 

 

Il quadro viene attribuito ad un anonimo pittore della Fiandre della scuola di Thulden, ma in passato ha goduto di molteplici attribuzioni. La critica ha proposto come autore Mateo Cerezo (Burgos, 1637 - Madrid, 1666), o ancora Juan Leal de Valdés, noto anche come Juan de Nisa, (Siviglia, 1622 - Siviglia, 1690). Il dipinto tuttavia probabilmente corrisponde alla "Composizione religiosa con santi con più personaggi" eseguito da Cornelis Schut (Anversa, 1597 - Anversa, 1655), che venne acquistato da Alice Manteau a Parigi dalle "Kunstsammlungen der Stadt" di Düsseldorf. il quadro venne attribuito al Museo del Louvre, Dipartimento dei dipinti, dalla Direzione delle Proprietà e degli Interessi Privati ​​nel 195 e poi depositato al Museo di Castres nel 1953.

Il quadro raffigura al centro sant'Agostino, che indossa i paramenti episcopali sopra la nera tunica dei monaci del suo ordine. Anche la monaca inginocchiata in preghiera a sinistra indossa la tonaca delle monache agostiniane. E' probabile che in origine l'opera sia stata commissionata da un monastero o comunità agostiniana, di cui era priora la monaca raffigurata. Agostino regge con la mano sinistra il bastone pastorale, mentre con la destra tiene fra le dita un cuore fiammante. Il suo volto ha aspetto ancora giovanile con una folta barba nera che gli scende dalle gote. Lo sguardo è rivolto alla sua sinistra e non sembra incontrare il volto di alcuno dei presenti.

Anche gli altri personaggi volgono lo sguardo in varie direzioni, che si incrociano solo a coppie, come nel casi di Agnese che guarda Agostino. La santa è inginocchiata a destra con in mano la palma del martirio ed accarezza un agnello, che ricorda la sua morte.

il quadro, alto 165 cm e largo 170 cm, è affollato anche da altri personaggi che si affacciano dietro ad Agostino, di cui è difficile riconoscere l'identità. Una etichetta rettangolare sulla traversa verticale sinistra con lati tagliati e il bordo blu riporta la dicitura "MNR 332/Scuola Spagnola XVII°/Santa Agnese, Sant'Agostino/e altri santi".

Lo stile di Schut, profondamente impregnato di barocco, rivela anche elementi del tardo manierismo come il raccorciamento esasperato del primo piano, gli accentuati contrasti di luce o le forti espressioni facciali.

 

 

 

Schut Cornelis

Cornelis Schut nacque ad Anversa nel 1597 da Willem e Suzanna Schernilla. Jacob Campo Weyerman afferma che fu un allievo di Peter Paul Rubens, ma questa affermazione non è stata verificata. Si presume piuttosto che abbia frequentato la bottega di Abraham Janssens principale pittore di storia di Anversa, dato che le prime opere di Schut, come ad esempio l'Adorazione dei Magi, sono assai vicine al suo stile. Nel 1618-1619 entrò a far parte della Corporazione di San Luca di Anversa. Dal 1624 al 1627 visse a Roma, dove fu tra i fondatori della Schildersbent e dove fu a servizio del mercante fiammingo Pieter de Vischere, a cui affrescò l'abitazione di Frascati con scene mitologiche. In questo periodo entrò in contatto con l'ambiente di Vincenzo Giustiniani, tanto che due dei suoi primi dipinti, l'Adorazione dei Magi e Il massacro degli Innocenti facevano parte della collezione di Giustiniani. Nel corso del soggiorno romano Schut eseguì anche opere di piccole dimensioni che proponevano scene mitologiche e temi allegorici. Nel 1628 si trasferì a Firenze dove disegnò cartoni per l'Arazzeria Medicea. Tornato in patria verso il 1634-1635 pagò 200 fiorini per l'esenzione perpetua dal prestare servizio come decano della Gilda di Anversa.

Schut per tutta la sua carriera artistica si espresse nello stile barocco, che aveva sviluppato a partire dal 1625 da pittori come Pietro da Cortona e Guercino. Caratteristiche dei suoi quadri sono il forte senso dell'animazione ed il pathos creati grazie all'utilizzo della luce e del colore. In alcune sue opere sono presenti anche elementi della tendenza classicistica rappresentata da Domenichino e da Guido Reni.

In un documento datato 28 agosto 1628, concernente i beni trovati in casa Rubens dopo la morte della sua prima moglie Isabella Brandt, venne registrato l'importo di 17 fiorini da pagare a Cornelis Schut per alcune opere che aveva eseguito. Il documento comprova una collaborazione fra Schut e Rubens, anche se non è noto quanto questo rapporto fosse continuativo o saltuario.

Schut si spense ad Anversa nel 1655.