Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Scuola lombardaPITTORI: Scuola lombarda
Sant'Agostino a Milano prima della conversione
SCUOLA LOMBARDA
1650-1690
Collezione Privata, asta Ebay 27 settembre 2015
Sant'Agostino a Milano prima della conversione
Come indica la scritta nel margine inferiore del dipinto, la scena raffigura l'immagine di Agostino prima della sua conversione milanese: EFFIGIES AURELII AUGUSTINI ANTE CONVERSIONEM. ex Ambrosiana Bibliotheca Mediolanensi. Stando allo scritto è probabile che l'opera in origine appartenesse alla celeberrima Biblioteca Ambrosiana voluta dal cardinale Federigo Borromeo all'inizio del Seicento. Il santo è stato pertanto raffigurato in età giovanile all'interno di uno studio, che probabilmente vuole riprodurre quello che aveva a Milano quando insegnava retorica presso la Scuola Palatina. Agostino è seduto davanti alla sua scrivania con in mano una penna d'oca con cui sta scrivendo un testo: le lettere iniziali, pur incomplete, fanno intuire quale sia l'opera che sta realizzando, si tratta del De Pulchro et Apto una sua opera giovanile.
Chi dipinse il quadro o chi ne suggerì il soggetto era senz'altro una persona colta, ben addentro alla conoscenza delle vicissitudini di Agostino, soprattutto quelle milanesi. Questa ipotesi è rafforzata ulteriormente dalla analisi dei titoli dei libri che si possono distinguere e leggere nella affollata biblioteca di Agostino. Vi rinveniamo l'Hortensius di Cicerone e un trattato di Astrologia, tema su cui Agostino si sofferma criticamente più volte nelle Confessioni.
L'amore per la sapienza, destatosi nell'animo di Agostino a diciannove anni con le letture ciceroniane dell'Ortensio, è il filo conduttore del suo lungo vagare lontano da Dio e del suo ritorno a Dio, anzi la ragione di tutta la sua vita. Alla vigilia della conversione gli si presentò, insieme con l'invito di S. Paolo, come motivo di rinunzia al matrimonio; dopo la conversione fu la molla che lo spinse sulle vie dello studio e della contemplazione. Si tratta di un amore forte, profondo, che dà fremiti e vibrazioni all'animo di Agostino fino alla commozione e al pianto.
Ma non solo la libertà è legata alla sapienza, bensì anche la bellezza, di cui il santo fu appassionatamente invaghito fin dalla gioventù. Il primo argomento che attrasse la sua attenzione come scrittore fu il bello. Di quell'opera giovanile (De pulchro et apto), che è andata perduta, non conosciamo il contenuto, ma il solo argomento ci rivela la sfera d'interessi del giovane professore. " Forse che noi amiamo - diceva Agostino ai suoi amici - altra cosa del bello? Ma che s'intende per bello e bellezza? Che cos'è ciò che ne attira e ci affeziona alle cose che amiamo? Se non fosse in esse bellezza e leggiadria, in nessun modo ci attirerebbero."
L'opera, non in perfette condizioni di conservazione, è stata dipinta ad olio su tela da un pittore che gravitava nel panorama milanese del tardo Seicento. Il ritratto è comunque di buona fattura, così come la struttura della scena. La dimensioni del quadro sono 89,5 x 67,5 cm.
Il quadro è stato battuto in asta su Ebay il 27 settembre 2015 da un venditore professionale de La Grange de La Roche a Autry-le-Châtel.