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PITTORI: Daniele Seiter

Agostino, san Nicola e il miracolo dei panini

Agostino, san Nicola e il miracolo dei panini

 

 

SEITER DANIELE

1649-1705

Torino, Collezione Privata Telemarket

 

Agostino, san Nicola e il miracolo dei panini

 

 

 

Daniel Seiter detto il Fiammingo (Vienna 1649-Torino 1705) fu allievo di Loth e poi di Maratta a Roma. Lavorò con Bernini alla corte di Torino. In questa tela della collezione Telemarket Seiter ricorda il prodigio dei panini con san Nicola ammalato. L'episodio è narrato da Pietro da Monterubbiano: "Nicola fu preso dalla febbre e si ammalò ancora più gravemente, per l'azione di quello stesso nemico che aveva ricevuto dal Signore il potere della carne di Giobbe. Il diavolo fece ciò sforzandosi di trascinare nel tedio disperato della malattia quell'anima che non aveva potuto corrompere con il vizio della gola. Tuttavia il sant'uomo vedendosi tanto debole da rischiar la vita, scoprendo la diabolica tentazione da cui era minacciato, di continuo implorava l'aiuto della Vergine e del beatissimo Agostino, e proprio mentre ne implorava l'aiuto, dolcemente si addormentò. Si racconta allora che subito la Madre di Dio, accompagnata dal beato Agostino, gli apparve mentre dormiva, avvolta da uno straordinario splendore; guardando verso di lei e soprassalendo in pensieri di ammirazione, il sant'uomo esclamò: Che cosa è accaduto, o signora, per cui tu tanto splendida, vieni a me che sono polvere e cenere ? Lei disse allora: Io sono la madre del tuo Salvatore, la Vergine Maria: mi invocasti spesso in tuo aiuto, con Agostino, che vedi accanto a me (è la scena del quadro). Ecco siamo venuti, affinché tu possa avere, per mia cura, una prescrizione risanatrice. Indicando con un dito la piazza aggiunse: Manda un messo là, a qualche donna, e costui porti per te un pane fresco, donato in nome di mio figlio Gesù Cristo; quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai intinto nell'acqua e allora riacquisterai la salute."

 

La leggenda della vita di san Nicola rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant'Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino.

Fece la sua professione religiosa (voti solenni) a meno di diciannove anni. Nel 1269 fu ordinato sacerdote. Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant'Agostino di Tolentino rimase fino alla sua morte nel 1305.

Celebri sin dal Medioevo sono i cosiddetti "panini miracolosi" di san Nicola, che servirono anche per la raccolta di farina da parte dei fedeli che si recavano al santuario e che dettero nome anche alla compagnia cerretana degli "affarinati", citata anche dal vescovo urbinate Teseo Pini nel suo Speculum Cerretanorum. Viene ricordato il 10 settembre.

La sua tomba, a Tolentino, è conservata con venerazione dai fedeli.

Il celebre santo marchigiano ha una propria amplissima iconografia, che ne trattano la vita e i miracoli. A Tolentino sorge la più bella e grande Basilica in suo onore. In diverse rappresentazioni Nicola viene raffigurato assieme ad Agostino, di cui fervente seguace sin dalla gioventù, quando indossò la tonaca nera degli agostiniani nel Trecento. Fu un asceta rigidissimo con se stesso e dolce e comprensivo con i poveri, i bisognosi e gli ammalati. Grande confessore, fu pieno di umana compassione per ogni tipo di miseria. L'incondizionata obbedienza, il distacco completo dai beni terreni, l'umiltà e la modestia furono costanti della sua vita.

Intorno a lui c'è sempre un'aura di prodigio, che comincia dalla nascita, avvenuta quando i genitori parevano destinati a non avere figli. Nel processo per la canonizzazione, aperto vent'anni dopo la sua morte, 371 testimoni verranno a parlare dei suoi moltissimi miracoli. Sappiamo inoltre che Nicola è anche un maestro di rigore ascetico, cioè di severità con sé stesso. Un insieme di elementi certo eccezionali, ma piuttosto staccati dal vivere comune della gente, incapace di miracoli e non ghiottissima di penitenza. Invece Nicola - a dispetto delle controindicazioni - è un santo sempre popolarissimo proprio tra la gente comune, di secolo in secolo: è l'amico dei giorni feriali, che viene in casa portando la festa.