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PITTORI: Luis Rodriguez

Sant'Agostino e l'evangelista Luca

Sant'Agostino e San Luca

 

 

LUIS RODRIGUEZ

1600-1605

Cambridge, Fitzwilliam Museum

 

Sant'Agostino e l'evangelista Luca

 

 

 

Luis o Luigi Rodriguez soprannominato il Siciliano per le sue origini è l'autore di questo bozzetto che raffigura sant'Agostino e san Luca. L'evangelista siede a destra con un grande libro aperto da cui sembra trarre le indicazioni da fornire ad Agostino, intento a sua volta a leggere o scrivere su un rotolo di carta che dispiega ampiamente con le mani. I due santi sono seduti uno di fianco all'altro e sono intenti a confrontarsi sul testo che stanno analizzando. Agostino è vestito con gli abiti episcopali, la mitra in testa e il bastone pastorale al fianco destro. Una folta barba gli copre il viso. L'espressione del volto esprime grande attenzione e serietà, accentuati dai lineamenti e dai segni dell'età e del tempo.

L'opera è stata realizzata come disegno a inchiostro color marrone su carta con un medio e pallido lavaggio. Il foglio di carta misura in altezza 18 cm e in larghezza 27 cm ed è stato acquisito dal Fitzwilliam Museum nel 1994, dopo che il disegno ha subito diversi passaggi di proprietà.

 

 

Luigi Rodriguez

Questo pittore è noto anche con il nome di Loise il Siciliano, poiché nacque a Messina verso il 1580. Era fratello di Alonso Rodriguez, anch'egli pittore. Nel 1594 si trasferì a Napoli insieme a Giovanni Bernardino Azzolino. In Sicilia si conserva una sua sola opera, il dipinto Davide con la testa di Golia, che si trova nella Sala del Consiglio dell'Università di Messina. A Napoli entrò nella bottega di Belisario Corenzio, ma subì l'influenza di Cavalier d'Arpino. In città lavorò presso la chiesa di sant'Anna dei Lombardi: i suoi affreschi  contornano la statua di Girolamo D'Auria. Rodriguez partecipa ad un importante lavoro per la decorazione del soffitto della chiesa di santa Maria la Nova, un ciclo pittorico composto da 46 tele dei principali artisti napoletani dell'epoca. Verso il 1610 con Battistello Caracciolo decora l'aula del Sacro Monte di Pietà. Affresca successivamente l'abside della Cappella Maggiore della chiesa dei Gerolamini, dove dipinge una Deposizione. Al 1607 risalgono gli affreschi sulla volta della chiesa di santa Patrizia e nel 1608 decora il Refettorio e la Sala Capitolare del convento di San Lorenzo Maggiore. Una sua Madonna e santi si trova nella prima cappella della chiesa dell'Eremo di Camaldoli. Le cronache napoletane affermano che il pittore fu avvelenato nel 1630 dal suo maestro Belisario Corenzio, ma è probabile che sia morto verso il 1609, poiché dopo quella data non ci sono più testimonianze a suo riguardo.