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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Tommaso SigüenzaPITTORI: Tommaso Sigüenza
Agostino in gloria edifica la chiesa e sconfigge gli eretici
TOMMASO SIGUENZA
1699
Oaxaca, chiesa di sant'Agostino
Agostino in gloria
L'immagine raffigura un particolare della facciata della chiesa di sant'Agostino a Oaxaca in Messico.
La chiesa e il convento di sant'Agostino sono stati costruiti nella città di Oaxaca. Qui si trovano altri numerosi templi religiosi che tuttavia hanno subito numerosi danni per i frequenti terremoti. La popolazione tuttavia li ha ricostruiti sulle rovine degli eventi sismici. Questa spettacolare chiesa barocca dedicata a sant'Agostino fu completata nel 1699, ricostruendola sull'area di una precedente chiesa edificata nel 1586, ma crollata, con la cupola e i campanili nel corso di uno dei tanti terremoti che ogni 50 anni circa colpiscono la regione.
La facciata dell'edificio si presenta ancora oggi nella sua splendida architettura ricca di elementi barocchi. Sostanzialmente essa è articolata su tre piani paralleli che si sviluppano in altezza sovrapponendosi l'un l'altro, dove compaiono figure e scene che celebrano l'ordine agostiniano.
Nella prima fascia, all'entrata della chiesa stessa, nelle nicchie laterali trovano posto le sculture di San Nicola Tolentino e San Juan de Sahagun.
Nella seconda fascia, la sezione centrale è occupata da un grande quadro scultoreo che raffigura sant'Agostino attorniato dai suoi monaci, che porta nella mano sinistra una chiesa.
Due angeli sorreggono il suo manto che protegge gli astanti. Sotto le sue mani distese da entrambi i lati, si trovano dieci personaggi dell'Ordine agostiniano: in basso al centro, ai piedi del santo, si possono notare tre teste di eretici che sono stati sconfitti nella interpretazione del vangelo.
Agostino è qui raffigurato con una folta barba che gli scende fin sul petto. Pur portando in capo la mitra del vescovo, egli indossa la tonaca degli Agostiniani, mentre stende il suo braccio destro in atteggiamento pastorale. Con l'altra mano tiene un modello di chiesa a simboleggiare l'azione vasta e profonda che compì a servizio della Chiesa per rafforzarne la dottrina e difenderla dalle eresie, che sono ricordate nelle tre teste barbute e incappucciate che stanno sotto i suoi piedi.
Ai lati del quadro, nelle nicchie fra due colonne, troviamo altre due statue dei due vescovi agostiniani san Alipio e Tommaso. Nella fascia superiore ai lati del grande oculo ottagonale centrale che dà luce al coro. Ai lati, entro due nicchie racchiuse da colonne, sono state poste le sculture di santa Rita da Cascia e di Santa Chiara della Croce di Montefalco.
La chiesa conserva al suo interno delle splendide pale d'altare, dipinti e sculture come quelle relative a san Nicola da Tolentino, Nostra Signora della Consolazione, san Lorenzo, santa Monica, l'immagine della Vergine Maria e di Gesù bambino, nonché la Santa Trinità che incorona la Vergine. Degna di nota è pure la statua che raffigura il santo vescovo di Ippona, circondata da dipinti che illustrano la sua vita.
La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.
L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.