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PITTORI: Maestro del Sacrario

Sant'Agostino cardioforo e san Giovanni nella parrocchia del Sagrario della Cattedrale di Siviglia

Sant'Agostino cardioforo e san Giovanni evangelista

 

 

MAESTRO DEL SACRARIO

1650-1690

Siviglia, Parrocchia del Sagrario

 

Sant'Agostino cardioforo e san Giovanni

 

 

 

Passeggiando per il viale della Costituzione la prima cosa che sorprende è l'imponente facciata della Parrocchia del Sacrario, edificata nel XVII secolo, con un interno ricco di elementi barocchi, che segna il passaggio dal Tardo manierismo al primo Barocco sivigliano, come mostrano le linee classiche ed austere. È da considerare un vero capolavoro la pala maggiore, raffigurante la Deposizione di Cristo. Adiacente al Sacrario s'erge la Cattedrale. Lunedì 15 agosto, il grande giorno della commemorazione mariana della Vergine dei Re, patrona della città, saranno celebrate tre messe - la prima alle 5:30 del mattino, la seconda alle 6:00, la terza alle 6:30 - davanti alla statua della Madonna che tradizionalmente si trova nella Cappella Reale della Cattedrale di Siviglia. Successivamente la statua della Vergine dei Re sarà rimossa per dare inizio alla processione che si svolgerà intorno alla Cattedrale e si concluderà con una messa presieduta dall'arcivescovo di Siviglia. Più tardi la statua sarà trasportata alla Parrocchia del Sacrario dove avrà luogo l'ottava della Vergine.

La struttura della chiesa è inserita nella cattedrale di Siviglia che a sua volta è la più grande del Regno di Spagna ed è anche la seconda cattedrale del mondo dopo quella di Roma. All'interno della parrocchia del Sacrario si trovano numerose statue ed in particolare nel transetto centrale si possono osservare le enormi statue dei quattro Dottori della Chiesa con i rispettivi evangelisti. Di grande imponenza è la figura di sant'Agostino con san Giovanni. Il santo vescovo di Ippona vi compare nelle tradizionali vesti episcopali e, in ossequio al gusto iconografico barocco, tiene nella mano sinistra un cuore fiammante.

 

La Santità Vostra ricorda che siamo soliti commentare il Vangelo di Giovanni seguendo il criterio della lettura continuata. Senonché sono giunti quei giorni solenni e santi nei quali essendo nella Chiesa fissate particolari letture tratte dal Vangelo ed insostituibili in queste annuali ricorrenze, abbiamo dovuto sospendere la trattazione del programma iniziato; ma ciò non significa che l'abbiamo abbandonato. Stavo appunto pensando quali pagine della Scrittura, intonate alla gioia di questi giorni, dovessi, con l'aiuto del Signore, nel corso di questa settimana, commentarvi così da terminare la trattazione in sette o otto giorni, quando mi capitò sott'occhio l'Epistola del beato Giovanni. Era una buona occasione di ritornare a sentire, col commento della sua Epistola, la voce di quello stesso di cui avevamo, per il momento, messo da parte il Vangelo. Soprattutto perché in quest'Epistola, così gustata da coloro che hanno conservato sano il palato del cuore per sentire il sapore del pane di Dio e che è assai nota nella Chiesa, si tesse, più che in altri scritti, l'elogio della carità della quale Giovanni ha detto molte cose, anzi pressoché tutto. Chi ha conservato in sé la capacità di udire, non può che gioire di quanto ode. Questa lettura sarà allora per lui come l'olio sulla fiamma. Se c'è in lui qualcosa da nutrire, essa lo nutre, lo fa crescere, lo fa durare. Per altri la lettura sarà come una fiamma accostata all'esca; avverrà che chi era senza fiamma di carità, potrà prendere fiamma per effetto della nostra predicazione. Ne risulta perciò che in certuni si dà accrescimento a ciò che già c'è in loro; in altri viene fatta accendere la fiamma della carità che loro manca: e così tutti godiamo in unità di carità. Ma dove è carità, c'è pace, e dove c'è umiltà, c'è carità. E' tempo ormai di sentire l'apostolo Giovanni e noi cercheremo di esporvi ciò che, davanti alle sue parole, il Signore ci suggerirà, così che possiate anche voi comprenderle bene.

AGOSTINO, Commento alla Lettera di San Giovanni, Prologo