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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > ento: Francesco StringaPITTORI: Francesco Stringa
Particolare di sant'Agostino
STRINGA FRANCESCO
1663
Modena, chiesa di sant'Agostino
Cristo in gloria con la Vergine e sant'Agostino appare a santi pontefici e sovrani
Sul quarto lacunare del soffitto della chiesa di sant'Agostino a Modena si trova questa pittura su intonaco applicato su canne. L'autore della pittura è un certo Francesco Stringa (1635-1709). Nell'oculo troneggia nella fascia più alta la figura di Gesù Cristo trionfante su una nube: ai suoi lati si vedono le figure della Madonna e di sant'Agostino. Quest'ultimo porta i paramenti vescovili, ma sotto il piviale si può agevolmente notare l'abito nero dei monaci agostiniani. In una fascia ancora più inferiore si incontrano dei santi pontefici, riconoscibili per la tiara in testa, e una serie di sovrani d'Europa. Ciascuno porta con sé un cartiglio che ne definisce la persona.
L'apparato generale della chiesa venne modificato dopo il funerale di Francesco I nel 1659, su suggerimento della moglie, duchessa Laura Martinozzi, e del gesuita Domenico Gamberti (1627-1700) autore dell'opera stupefacente "L'idea di un prencipe et eroe christiano", all'origine dell'aspetto attuale della chiesa.
La chiesa venne trasformata in Pantheon Atestinum, plasmata per ospitare le esequie dei duchi e ornata in forma stabile da un gruppo di artisti e maestranze, fra cui troviamo il pittore Francesco Stringa, Olivier Dauphin, Sigismondo Caula e Giovanni Perazzini.
Agostino impugna il bastone pastorale, in testa porta la mitra e con le mani gesticola per indicare i personaggi che affollano la scena. Il suo sguardo è rivolto verso Cristo. il volto è segnato dal tempo, con una folta barba grigiastra che gli copre il viso e il mento.
Francesco Stringa
Pittore modenese seicentesco (1635-1709), Francesco Stringa è un artista originale, autore di molteplici opere che hanno abbellito le chiese di Modena. Francesco Stringa conosce una lunga carriera che lo porta a diventare sovrintendente a tutte le fabbriche e manifatture ducali nonché pittore di casa d'Este. La sua è stata una lunga e travagliata esistenza, costellata di faticosi successi e rovinose cadute. Figlio di un usciere di corte, egli si è ritagliato, nel secolo della forma, l'abito del gentiluomo, ma la sorte non gli è stata sempre favorevole.
Lavoratore fedele e infaticabile, cala su di lui all'improvviso verso la fine del secolo il velo opaco della follia, proprio mentre realizza un'opera straordinaria, forse il capolavoro della sua vita, la cosiddetta Pala di San Mauro.