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Agostino fra il latte della Vergine e il sangue di Cristo
MAESTRO DI SUCHA
1640-1642
Sucha Beskidzka, Museo del Castello
Agostino fra il latte della Vergine e il sangue di Cristo
Il dipinto fu eseguito nella prima metà del Seicento su commissione dei Canonici Regolari Lateranensi, quando il Superiore del convento era Jakub Kierski (1638-1644).
Al centro della rappresentazione vediamo Agostino a figura intera inginocchiato davanti alla Santissima Trinità, che appare in alto a destra, e alla Vergine Maria. Tutti sono dipinti all'interno di un ovale di nuvole, sul cui fronte appare la testa di un angioletto con le sue ali. Cristo è appoggiato alla Croce, mentre Maria porta la mano sinistra al seno. Cristo è vestito con un lungo mantello che gli copre le gambe e le braccia, allacciato al collo. Maria, che volge lo sguardo in direzione di Agostino, indossa un abito rosa chiaro cinto attorno ai fianchi e un mantello azzurro che le copre le gambe e il braccio sinistro. La loro postura lascia intendere che il pittore abbia voluto raffigurare una leggenda medioevale, che nasce probabilmente in Italia, dove Agostino è indeciso se scegliere il latte della Vergine o il sangue della ferita al costato di Cristo.
L'episodio trae spunto da passi delle meditazioni di Agostino: dinanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". L'episodio fu probabilmente codificato definitivamente in un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.
Sopra il Cristo e Maria c'è la colomba dello Spirito Santo e Dio Padre con il simbolo trinitario del triangolo.
Il santo si trova all'interno di una camera, di cui si vedono alcune architetture dell'edificio. L'ambiente è quotidiano, con una sedia, una panca e una specie di tavolino, dove sono esposti due libri, uno aperto e uno chiuso, su cui è stata posta la mitra episcopale. Sul lato sinistro è raffigurata una elegante poltrona con rivestimento rosso della seduta e dello schienale. Poco dietro, appoggiato al muro si trova un elegante bastone pastorale. Agostino indossa un saio nero, un rocchetto bianco e una mozzetta scura. Ha le le braccia distese lungo i fianchi in un atteggiamento di stupore e di devozione. Il suo viso è allungato, con la fronte alta, il naso lungo e dritto. Una foltissima barba lunga riccioluta e grigia gli copre le guance e il mento. Leggermente calvo, presenta dei capelli ben pettinati.
Sullo sfondo, nell'ampia apertura che offre la finestra, è visibile nuovamente Agostino in piedi, con il medesimo vestito, che parla con un bambino che versa l'acqua in una pozzanghera in prossimità di un corso d'acqua. Il panorama si allarga seguendo il fiume mostrando boschi, colline, monti e un piccolo centro abitato. La scena ricorda un'altra leggenda di cui è protagonista Agostino nella sua ricerca di conoscere il mistero della Trinità. Un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino angelo, che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Il quadro presenta numerose abrasioni nella parte delle nuvole e delle persone raffigurate al loro interno. A causa delle abrasioni la figura di Dio Padre è quasi invisibile. Il dipinto presenta ridipinture ottocentesche, soprattutto nella parte del volto del Santo. Il dipinto fu restaurato nel 1878 da Bernasiewicz su raccomandazione di Katarzyna Potocka.
Sul retro, sul bordo superiore del telaio, c'è un'iscrizione: "Sulla tela raddoppiata c'era un'iscrizione: "Per grazia e comando di JWH Adamowa Potocka, attraverso gli sforzi di W. Edward Drapella Amministratore" / "Jacobus Kierski, Praepositus Z dg. Suchien Comparavit 1644 anno”/ “Renovatus 1878 an(no) /illeggibile/ Barnasiewicz die Decembris.”