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PITTORI: Maestro di Tepotzotlan

Morte di Monica ad Ostia

Morte di Monica ad Ostia

 

 

MAESTRO DI TEPOTZOTLAN

1650-1670

Tepotzotlan, Museo Nazionale del Virreinato

 

Morte di Monica ad Ostia

 

 

 

La tela, opera d'arte minore del Messico coloniale spagnolo, raffigura la scena della morte di Monica. La struttura della raffigurazione è piuttosto inusuale, in quanto la santa ha attorno a sé esclusivamente delle suore vestite come lei con il saio agostiniano.

Oltre la grata di una grande camera conventuale si intravedono altre persone che assistono compunte e partecipi alla scena.

Monica è distesa sul letto, ma sembra quasi lievitare avvolta da un fascio di luce che la alza con dolcezza.

 

Il grande edificio che ospita il Museo ha una storia lunga e complessa, avviata alla fine del Cinquecento con l'arrivo dei Gesuiti intenzionati a creare un noviziato a Tepotzotlán. La costruzione preesistente fu rafforzata da Don Pedro Ruiz de Ahumada, che nel suo testamento istituì la sua famiglia patrona del noviziato. I lavori cominciarono intorno al 1606 e continuarono per molti anni, tanto che la chiesa venne completata solo quattro anni prima che i gesuiti venissero espulsi dalla Nuova Spagna. La vasta collezione esposta dal Museo Nazionale del Virreinato comprende principalmente opere a carattere religioso nel'arte della pittura, della scultura e delle forme applicate. All'interno della struttura si trova un primo chiostro, noto come Patio de los Aljibes, al piano terra, con una serie di 16 magnifici quadri ad olio realizzati dal famoso pittore spagnolo Cristóbal de Villalpando.

I soggetti narrano importanti episodi della vita di San Ignazio de Loyola. Nella stessa parte bassa di questo chiostro sono distribuite una serie di piccole stanze che erano adibite a scuola e che oggi sono sale espositive di una miriade di oggetti che comprendono diversi periodi storici, dai viaggi di Cristoforo Colombo fatti tra il 1492 e il 1503, fino al completamento del processo di colonizzazione del territorio messicano, passando per Cortes, la divisione territoriale primitiva della La nuova Spagna, la conquista spirituale, la crescita economica del Paese nell'era coloniale, le espressioni architettoniche e la varietà di popolazioni.

Si possono osservare anche straordinari esempi di arte con temi religiosi tra cui i dipinti di maestri come Martin de Vos, Echave, Nicolás e Juan Rodríguez Juárez, Villalpando e Miguel Cabrera, oltre ad una grande quantità di opere anonime dei secoli XVII e XVIII.

La chiesa dedicata a San Francisco Xavier attaccata alla scuola, le cui forme esprimono un efficace esempio del barocco messicano con una bella facciata scolpita. L'interno è ricco di retablos in stile barocco. La sua costruzione fu avviata nel 1670 e fu terminata nel 1682 sotto la supervisione dell'architetto José Durán de Almendranejo. La facciata è opera dell'architetto barocco Ildefonso de Iniesta Bejarano. Gli altari sono stati realizzati intorno al 1753 dal maestro scultore Higinio de Chávez e dal pittore Oaxacan Miguel Cabrera.

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "... Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27