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La sepoltura del conte di Orgaz
JORGE MANUEL THEOTOCOPULI
1625
Madrid. Museo del Prado
La sepoltura del conte di Orgaz
Questa copia parziale della famosa opera "La sepoltura del conte di Orgaz" di El Greco venne realizzata da suo figlio verso il 1625. Olio su tela, l'opera presenta le dimensioni di 188 x 248 centimetri. Questa copia della parte inferiore della sepoltura del conte di Orgaz è citata dal 1724 nella casa professa dei Gesuiti di Toledo. Antonio Palomino, che ha anche dato una breve spiegazione della copia la attribuisce al figlio del Greco.
Gli autori non sono concordi sulla attribuzione a Jorge Manuel, ma certamente siamo di fronte ad una copia di un solo pittore, un artista di talento che ha imitato la superficie pittorica dell'originale, ma non gli strati di vernice, un lavoro tipico dei suoi più stretti collaboratori. In ogni caso, si tratta di un pittore che conosce tutta la produzione di El Greco e sa offrire una varietà interessante di risorse pittoriche. La croce processionale è stata eseguita con piccoli colpi che modellano con marcato realismo un oggetto liturgico. In una delle teste situate sulla seconda fila di cavalieri, sono applicati colpi brevi che conferiscono una grande vivacità e una tecnica impressionistica che corrisponde alla produzione finale di El Greco.
La copia è molto fedele all'originale, e benché di formato più piccolo ne rispetta la proporzionalità compositiva. Si notano alcuni cambiamenti nella fascia superiore. dove le nubi sono più sviluppate rispetto al tessuto originale e sono cambiate le posizioni relative degli angeli.
Anche nella inferiore c'è stato un altro cambiamento interessante e riguarda il religioso che si trova in fondo a destra, dietro il celebrante principale della cerimonia, che probabilmente ritrae Andrés Núñez de Madrid. Mentre nella pala di Santo Tomé il religioso è un giovane con i capelli scuri, baffi e pizzetto che guarda verso ll'alto, nella copia del Prado è diventato un vecchio con la barba ei capelli brizzolati. Si potrebbe pensare che questo personaggio, la cui identità è sconosciuta, sia colui che ha commissionato questa copia. Potrebbe essere anche lo stesso individuo che è ritratto nel quadro di Santo Tomé, ma la sua figura, nella copia, rifletterebbe gli anni che sono ormai passati da quando venne stato raffigurato per la prima volta da El Greco.
Jorge Manuel Theotocópuli
Nato a Toledo nel 1578 era figlio naturale di El Greco e di Jerónima de las Cuevas. Apprese i primi rudimenti dell'arte della pittura lavorando nella bottega del padre di cui fu allievo e valido collaboratore. A partire dal 1603 lavorò ufficialmente con lui alla realizzazione della pala d'altare di Illescas.
Jorge sposò Alfonsa de los Morales, dalla quale nel 1604 ebbe il figlio Gabriel de los Morales. Solo nel 1607 iniziò a realizzare opere proprie, come la pala di Titulcia, nella quale tuttavia seguì ancora il manierismo del padre.
Nel 1614 El Greco, poco prima di morire, nominò Jorge erede universale dei suoi beni. Nel 1618 le suore del Convento della chiesa di S. Domenico in Antigua ruppero l'accordo del 1612 che prevedeva la costruzione di una tomba di famiglia all'interno della chiesa, I resti di El Greco e della prima moglie di Jorge furono pertanto trasferiti nel monastero di S. Torquato, che fu però distrutto nel 1868. Nel 1621 Jorge si risposò e stilò un elenco delle opere paterne rimaste nella bottega. Dopo la morte del padre Jorge Manuel abbandonò la pittura per dedicarsi all'architettura, rifacendosi alla scuola di Francisco Herrera il Vecchio assieme a Nicolas de Vergara il giovane e a Juan Bautista Monegro.
Nel 1625 fu nominato Maestro scultore e Architetto della Cattedrale di Toledo, dove lavorò alla costruzione della cappella Ochavo e della cupola della cappella "Mozarave" di Enrique Egas.
Jorge Manuel Theotocópuli morì a Toledo nel 1631 quasi in miseria e i suoi ultimi beni furono acquisiti dall'Hospital de Tavera.
Dal punto di vista artistico Jorge Manuel riprende molti degli elementi compositivi, formali e cromatici propri di suo padre, accentuandone gli effetti. Le forme diventano ancora più allungate. Il disegno tuttavia è poco scorrevole, i colori sono poveri e molto scuri. Pare che Jorge Manuel abbia terminato alcuni quadri di suo padre, come il "Laocoonte".