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PITTORI: Torriani Giovan Francesco

I santi Agostino e Monica sull'altare della chiesa di santa Maria Novella a Bracciano

I santi Agostino e Monica sull'altare della chiesa di santa Maria Novella a Bracciano

 

 

TORRIANI GIOVAN FRANCESCO

1692-1696

Bracciano, chiesa di Santa Maria Novella

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

All'interno della chiesa agostiniana di santa Maria Novella a Bracciano si può ammirare l'altare di fine Seicento, realizzato tra il 1692 ed il 1696 da Domenico Rainaldi, con paliotto intarsiato e le due statue di sant'Agostino e santa Monica ai suoi lati. Queste statue furono scolpite da Giovanni Francesco Torriani. Dietro l'altare si può ammirare l'affresco del pittore polacco Taddeo Kuntze, che vi ha raffigurato l'Assunzione di Maria.

La statua di Torriani raffigura un Agostino nelle sue vesti episcopali in un atteggiamento di forte impatto.

Sorta nel Quattrocento ed annessa al convento, la chiesa di Santa Maria Novella venne consacrata nel 1580. Posta nel centro storico di Bracciano, ha subito diversi ampliamenti nel corso dei secoli, fino all'ultima ristrutturazione del 1795 su progetto dell'architetto agostiniano Nicola Faggioli, durante i quali il complesso assunse l'attuale assetto architettonico. Oggi al suo interno sono presenti numerose opera d'arte. Oltre a quelle già descritte troviamo tre tele di Giuseppe Tori, agostiniano e discepolo di Kuntze.

Nel 1873, con la soppressione dell'ordine religioso, la chiesa restò aperta al culto mentre il convento divenne di proprietà del Comune per essere utilizzato per scopi pubblici.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6