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PITTORI: Maestro umbro

Madonna della cintura con i santi Agostino, Nicola da Tolentino, Tommaso da Villanova, Chiara da Montefalco, Monica, Rita e Guglielmo di Malavalle

I santi Agostino, Nicola da Tolentino, Tommaso da Villanova, Chiara da Montefalco, Monica, Rita e Guglielmo di Malavalle

 

 

MAESTRO UMBRO

1628

Spello, chiesa S. Maria Maddalena

 

Madonna della cintura con i santi Agostino, Nicola da Tolentino, Tommaso da Villanova, Chiara da Montefalco, Monica, Rita e Guglielmo di Malavalle

 

 

 

Questa tela, dipinta a olio delle dimensioni 230x170 cm, costituisce un modesto prodotto dell'arte devozionale umbra del Seicento. Si trova collocata sull'altare destro della chiesa di santa Maria Maddalena a Spello. La Vergine è qui ritratta in abiti orientali secondo gli stilemi dell'iconografia della Madonna di Costantinopoli ed emerge dalle nubi nell'orizzonte più elevato, immersa fra angeli musicanti. Indossa un prezioso mantello ricamato a racemi dorati. Tiene fra le braccia il Bambino vestito con una piccola tunica rossa bordata d'oro, che reca il crocifisso.

Rivolgono il loro sguardo alla Vergine e al Bambino alcune sante agostiniane, che al livello inferiore sono ritratte in preghiera. Da sinistra si riconoscono la beata Chiara da Montefalco, che stringe al petto ll suo tradizionale attributo del cuore con i segni della Passione di Gesù, Monica, ritratta matura nell'abito monacale agostiniano, Rita che reca sulla fronte la stigmata di una spina della corona di Cristo, per completare nella sua carne i patimenti di Gesù.

Accanto a quest'ultima si può riconoscere Nicola da Tolentino sia per la presenza del giglio di castità, sia per la stella dorata sul petto.

Al centro della composizione, ai piedi di sant'Agostino in piedi e con un libro aperto fra le mani, sono inginocchiati a sinistra Tommaso da Villanova, arcivescovo di Valencia, e, a destra, un frate in saio scuro in cui si può riconoscere Guglielmo da Malavalle per la presenza, poggiata al suolo, ai suoi piedi di una corona ducale.

 

La chiesa è legata al monastero femminile che venne fondato con regola agostiniana verso il 1314. Sorto per iniziativa di Amadeo di Spello, che era probabilmente un penitente; da lui presero nome le monache che venivano chiamate anche de Amadio. Si narra che nel 1497 il vescovo di Spoleto unì il monastero a quello di S. Lucia di Bevagna, ma l'unione durò poco per l'opposizione dei stessi cittadini di Bevagna. Il monastero subì una prima soppressione in età napoleonica nel 1810-1815 ed una seconda nel 1860, dopo che vi erano confluite le consorelle del locale monastero di S. Giovanni Battista. La chiesa è a pianta rettangolare e conserva dipinti eseguiti nel 1912 da Giovanni Tucci. Lungo la parete destra si trova la tela a olio di autore ignoto sopra riprodotta: Madonna della consolazione o della cintura, con Santa Chiara da Montefalco, Santa Monica, Sant'Agostino, Santa Rita, San Nicola da Tolentino e San Tommaso da Villanova.

L'altare maggiore conserva tre dipinti a olio, di autori ignoti seicenteschi: un san Massimino e la Maddalena; un'Estasi della Maddalena e un Noli me tangere. Cantoria ed organo (sec. XVIII). Lungo la parete sinistra l'altare è ornato con una tela a olio, datata 1575 di autore ignoto, che proviene dal monastero di San Giovanni Battista e che raffigura la Nascita di San Giovanni Battista. All'interno del monastero sono conservate altre opere: un affresco di scuola folignate del 147 con una Crocifissione, San Girolamo e la Maddalena; una scultura lignea del XIV sec. con la Madonna in trono e un parato pontificio di Clemente XIII, di fattura italiana (1758-1769), probabilmente proveniente da Roma.