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PITTORI: Sancho de Urbanibia

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SANCHO DE URBANIBIA

1647

Cadice, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Costruita nella prima metà del XVII secolo, la chiesa di sant'Agostino presenta una pianta a croce latina, con tre navate. La navata principale ha cinque campate, separate da lesene toscane mentre sopra le navate laterali sono situare delle tribune aperte verso quella principale grazie a dei balconi. La facciata principale presenta un frontespizio di marmo, che venne commissionato a Genova da Sancho de Urbanibia nel 1647. Le sue linee architettoniche sembrano seguire un modello di Alejandro Saavedra. Il frontespizio è strutturato in due corpi: il primo si compone di lesene addossate alla parete che sono sormontate da un timpano curvo spezzato che ospita il secondo corpo. Qui al centro compare una nicchia con l'immagine di sant'Agostino.

Il santo appare nelle sue vesti episcopali con nella mano destra il bastone pastorale e nella sinistra una chiesa, quella di cui è patrono titolare a Cadice. In testa Agostino porta la mitra e l'ampio panneggio del vestito gli dona una notevole dinamicità che contrasta con la vetustà del viso abbellito da una folta barba che gli scende copiosa sul petto.

L'interpretazione iconografica del santo rispecchia i canoni barocchi dell'epoca, specialmente secondo la tradizione spagnola.

L'interno della chiesa è molto sobrio, tipica dello stile neoclassico, anche se sono rimaste alcune tracce di decorazione barocca. Il retablo maggiore, dalle eleganti forme accademiche, è stato realizzato dal 1783 da Pedro Ángel Albisu. È in legno policromo, decorato a finto marmo e sui lati sono presenti dei dipinti di Álvarez Enciso rappresentanti scene della vita di Santa Rita e Sant'Agostíno. Le sculture dei santi venenro realizzate da Alonso Martínez nel 1666. All'interno, si distinguono alcune immagini come quella del Cristo de la Humildad y Paciencia, scultura di Jacinto Pimentel eseguita nel 1638, con una policromia che probabilmente è opera di Francisco de Zurbarán. Di grande importanza è anche la scultura del Cristo de la Buena Muerte, crocifisso in legno policromo, realizzato nel 1649, per abbellire la cappella sepolcrale dei monaci del convento cui apparteneva la chiesa. Il perfetto stato anatomico e il barocchismo compositivo di quest'opera una delle più importanti della scultura spagnola del XVII secolo.