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Agostino vescovo e cardioforo
FRANCISCO VARELA
1638
Siviglia, Museo delle Belle Arti
Agostino vescovo e cardioforo
L'opera di Francisco Varela rappresenta l'immagine a figura intera di sant'Agostino, uno dei Padri della Chiesa. Dipinto ad olio su un pannello, il quadro misura 112 cm in altezza e 52 in larghezza. Costituisce una delle sue ultime opere conosciute, eseguita probabilmente nel 1638, e faceva parte di una serie di dipinti realizzati per il Convento della Passione di Siviglia. La serie è composta da san Cristoforo e sant'Agostino, santa Caterina da Siena con santa Lucia e santa Caterina d'Alessandria con santa Teresa di Gesù.
Agostino è qui raffigurato nella sua dignità episcopale con la mitra in testa e un grande bastone pastorale nella mano sinistra. Indossa un semplice piviale e nella mano destra, alzata verso l'alto, regge un cuore fiammante, tipico simbolo iconografico che esprime il suo amore per Dio.
Francisco Varela
Francisco Varela nacque a Siviglia verso la fine del Cinquecento, probabilmente fra il 1580 e il 1585. La sua attività è documentata nella città natale a partire dal 1605-1606, quando entrò nella bottega di José de la Huerta come apprendista. Verso il 1625 è sovente ricordato in compagnia di Francisco Pacheco come maestro esaminatore di pittori candidati ad entrare nella corporazione dei pittori di Siviglia. Al pari degli artisti del suo tempo, il suo stile originariamente tipico dell'ultimo manierismo cinquecentesco si è progressivamente trasformato accogliendo le posture del naturalismo e anticipando da vari punti di vista i modelli che svilupperà Francisco de Zurbarán. Tra le sue rare opere che si sono conservate spicca il ritratto di Martínez Montañés, oggi custodito nel municipio sivigliano, e l'Immacolata dipinta nel 1618 (collezione privata a San Sebastián). Della sua attività ci è giunto poco: tra le sue opere spiccano due rappresentazioni dell'Ultima Cena, una delle quali, firmata e datata 1622, appartenente alla Confraternita Sacramentale di San Bernardo, si trova nella chiesa di san Bernardo a Siviglia. In quest'opera, nonostante la marcatezza del suo disegno, si scoprono i primi tratti dell'incipiente naturalismo che segnò l'ambiente artistico della città. Un'altra opera interessante è il San Miguel Arcángel datato e firmato nel 1629. Un anno dopo Varela si occupò dei dipinti della pala d'altare dell'Immacolata delle TerL'altra, con un'impostazione molto simile, è esposta al Museo di Belle Arti di Siviglia. Nel 1631, dopo la morte di Juan de Uceda, sarà incaricato di completare la pala d'altare maggiore della Chiesa di San Vicente a Siviglia. I pezzi che firmerà di questa pala sono il martirio di San Vicente e il santo con il vescovo Valerio prima dell'imperatore Decio. Intorno al 1640 gli fu commissionata la pala d'altare per il convento della Passione a Siviglia, attualmente smontata nel Museo delle Belle Arti di Siviglia. Fra le sue ultime opere conosciute, eseguite verso il 1640, troviamo la serie di dipinti realizzati per il Convento della Passione di Siviglia che sono attualmente esposti nel Museo cittadino di Belle Arti. La serie è composta da San Cristoforo e sant'Agostino, santa Caterina da Siena con santa Lucia e santa Caterina d'Alessandria con santa Teresa di Gesù. Nella Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid gli viene attribuito un San Giuseppe con il Bambino.
Muore a Siviglia nel 1645.