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PITTORI: Volpato Giovanni Battista

Madonna della cintura con Agostino, Monica, Girolamo, Rocco e Valentino

Madonna della cintura con i santi Agostino, Monica,

Girolamo, Rocco, Giuseppe e Valentino

 

 

VOLPATO GIOVANNI BATTISTA

1670

Montegaldella, chiesa di San Michele Arcangelo

 

Madonna della cintura con Agostino, Monica, Girolamo, Rocco e Valentino

 

 

 

Questa tela che raffigura la Madonna della cintura dipinta da Giovanni Battista Volpato (1636-1706) è collocata sul primo altare della navata sinistra della chiesa di san Michele Arcangelo a Montegaldella. L'altare è dedicato alla Madonna della Cintura e reca nel cartiglio alla sommità del coronamento l'iscrizione "D.O.M. - AVE MARIA SPECIALIS / FOVE TUIS NOS SUB ALIS / MDCLX", il che consente una datazione precisa del manufatto al 1660. Questa data precede di circa un decennio la realizzazione della bella pala che l'adorna.

La grande tela raffigura i santi Girolamo, Agostino e Monica da una parte e dall'altra i santi Rocco e Valentino sovrastati in cielo dalla Madonna con il Bambino affiancata da san Giuseppe. Una fonte storica settecentesca riferisce che il dipinto venne commissionato dal nobile Girolamo Conti figlio dei Bernardino che, si tramanda, "donò all'altar della Cintura nella Parrocchiale un bellissimo quadro, opera del Volpato da Bassano" (cfr. Tirside, 1768). La committenza dell'opera è confermata dalla presenza in primo piano sulla sinistra del quadro di san Girolamo penitente, che era il santo protettore del donatore.

Giovanni Battista Volpato (1636-1706), l'autore della pala, fu un singolare artista attivo soprattutto nell'area nord orientale del Veneto. Volpato era un personaggio complesso nel panorama del Seicento: pittore eclettico, ritrattatista, critico e perfino falsario. Oggetto della sua ricerca e suo modello indimenticato fu Jacopo Bassano, ma nel suo aggrovigliato e spesso contrastante percorso artistico si avvicinò anche a Pietro Liberi, ed in seguito alla corrente dei tenebrosi. Il confronto con le opere notoriamente attribuite a Volpato non lascia dubbi circa la pala di Montegaldella che, sotto il profilo stilistico è databile attorno al 1670.

Il dipinto rivela strette affinità con la perduta pala della cappella Stecchetti di Romano d'Ezzelino eseguita da Volpato nel 1674. Simile è l'impianto del gruppo della Vergine con il Bambino che, riprendendo lo schema inventato da Tiziano nella Pala Pesaro, sposta dal centro l'asse compositivo. Nella grandiosa Madonna, dal velo artificiosamente sospeso in aria, Volpato rielabora modelli manieristici di Parmigianino mediati attraverso Jacopo Bassano. I caratteri della pala di Montegaldella ci portano indubbiamente al periodo più felice dell'attività dell'artista. Il sicuro riconoscimento a Giovanni Battista Volpato dell'importante pala di Montegaldella riveste dunque un notevolissimo interesse perché consente di ampliare ulteriormente il capitolo vicentino dell'artista. Dopo la recente attribuzione al pittore bassanese del vasto ciclo dipinto a Vicenza nell'attico dell'oratorio di San Nicola (1677 circa) e delle due grandi tele con "l'Ultima Cena" e "la Cena a casa del Fariseo", la sua presenza nella città e nel territorio della provincia si rivela assai più assidua e interessante di quanto creduto sinora nel panorama vicentino del tardo Seicento.

 

 

Giovanni Battista Volpato

Nato a Bassano del Grappa nel 1633, Volpato fu pittore ma anche matematico e scrittore d'arte. Lasciò l'abito religioso impostogli dal padre, e decise di diventare di pittore seguendo lo stile di Jacopo Bassano. Dopo aver lavorato ad Asolo (1670) alle dipendenze del mecenate Cornelio Beltramini, nel 1671 si stabilì a Feltre, divenendo amico del vescovo Bartolomeo Gera. Qui sottrasse due tele di Jacopo Bassano dalle chiese dei villaggi di Tomo e Rasai, che sostituì con delle copie. Scoperto l'imbroglio nel 1685, Volpato venne processato e bandito per dieci anni da Feltre. Un testimone del processo riferì che il pittore aveva ammesso di aver “havuto quelle Palle dai Preti havendogli datto tanta Pittura per esse palle”. L'artista andò a lavorare nella casa di campagna, a Cassola dei nobili veneziani Cappello e più tardi ritornò a Bassano nella casa del nobile Giust'Antonio Bellegno.

La pittura di Volpato riscosse presto un successo nel territorio feltrino. Nel 1671 gli fu commissionata la tela celebrativa del Podestà Antonio Boldù per la chiesa di Santa Maria del Prato. Fra il 1683 ed il 1689 completò, a Bassano, la decorazione di Santa Maria in Colle con l'Assunta e Trinità, il Martirio di san Clemente e San Bassiano e dipinse con la Caduta dei giganti il soffitto di Ca' Rezzonico. Come scrittore d'arte scrisse Il vagante corriero, La verità pittoresca, La Natura pittrice, Modo da tener nel dipinger, per buona parte inediti ma ricchi di interessanti osservazioni. Giovan Battista Volpato morì a Bassano del Grappa nel 1706.